In questo periodo storico, il basket nostrano è in una grande turbolenza, dove le società storiche devono fare i conti con disponibilità economiche sempre più esigue, conseguendo, quindi, una crisi a livello di risultati: ne hanno fatto le spese diverse piazze leggendarie, come Bologna, che rivede il derby dopo otto anni, ma in Serie A2, senza dimenticare di Siena, Treviso e Roma, che militano nella serie cadetta. Se Atene piange, Sparta non ride, è il caso di dirlo anche per altre gloriose società in passato, ma che, attualmente, navigano in mari a dir poco tempestosi: una su tutte, Pesaro. Per la quinta stagione consecutiva, i marchigiani partono con l’obiettivo di salvarsi, accreditati come la principale candidata alla retrocessione.
Una città che vive di basket, nel ricordo dei fasti degli anni Ottanta, con i due scudetti conquistati nel leggendario Hangar di Viale dei Partigiani anche se rappresentano ormai un lontanissimo ricordo. Dopo l’addio di Scavolini nella palla a spicchi, la Vuelle ogni anno si ritrova a dover lottare fino alla sirena finale della trentesima giornata di campionato per guadagnare un’altra stagione nella massima serie nazionale. Lo stesso copione potrebbe ripetersi anche nella stagione 2016-2017, con i biancorossi attualmente in quattordicesima posizione, con due punti in più rispetto a Cremona e Varese, ancorate nei bassifondi della classifica. La vittoria convincente al debutto stagionale contro Brescia (76-63), maturata davanti al pubblico amico dell’Adriatic Arena, sembrava aver scacciato i fantasmi degli anni passati, alla luce di una prestazione ottimale dei ragazzi di Bucchi.
Ma, come si suol dire, una rondine non fa primavera: con Torino alla seconda sfida, il giocattolo s’inceppa e la formazione marchigiana si deve arrendere all’Auxilium, al termine di una gara equilibrata. Dalla sconfitta sotto la Mole, arrivano altri tre stop consecutivi, con Cantù, Avellino e la pesante disfatta in terra sarda, con il punteggio di 86-59 contro la Dinamo Sassari, abile nel mettere a nudo tutte le lacune di Pesaro. Nonostante la vittoria casalinga contro la Reyer Venezia - quasi una sorta di talismano per i pesaresi - la svolta non arriva: lo scontro diretto casalingo perso contro Varese fa infuriare i tifosi, che non perdonano nemmeno l’harakiri contro Brindisi, dove i ragazzi di Bucchi sono stati capaci di sprecare otto punti di vantaggio a meno di un minuto dalla fine, incassando una sconfitta choc nel supplementare. Nelle ultime quattro gare del girone d’andata, la ruota sembra girare a favore dei biancorossi, che trovano due vittorie contro Caserta nell’Oscar Day al PalaMaggiò e Capo D’Orlando, mentre si arrendono di misura contro Pistoia e Milano, perdendo sul filo di lana.
Dovendo far fronte alle risicatissime disponibilità economiche, per la società è impossibile trattenere i pezzi pregiati, andando, quindi, a riscoprire di anno in anno americani in giro per il mondo, disposti a mettersi in mostra e a contribuire alla salvezza: salutati i vari Daye, Anosike e Turner, le speranze sono poste nelle mani di Jarrod Jones, miglior realizzatore per Bucchi, con venti punti e quasi dieci rimbalzi a gara; in attesa di rivedere Brandon Fields, grande scommessa estiva assieme a Thornton, finora più un bust che un affare. Evidentemente, dopo i colpacci Daye, Anosike, Turner, Ross, non tutte le ciambelle escono con il buco. A fare da contraltare ad una base piuttosto giovane e inesperta, sono stati ingaggiati i due lituani, Simas Jasaitis e Donatas Zavackas, settant’anni in due. Grandi speranze per Ryan Harrow, uno dei pochi tiratori sopra la media in questa squadra, con un discreto 44% dall’arco, con parecchi punti nelle mani, ma troppo discontinuo, così come il giovane play Marcus Thornton, pescato in Australia, dai Sydney Kings.
Un girone di ritorno che si preannuncia tutt’altro che tranquillo per la Victoria Libertas Pesaro, dovendo affrontare otto trasferte, di cui in due campi difficili come Venezia e Avellino, con lo scontro diretto a Masnago di Varese. Sarà fondamentale contare sull’apporto dell’Adriatic Arena per poter strappare punti necessari per una salvezza che sarà incerta fino alla sirena finale contro Capo D’Orlando, ultima gara stagionale, per il quinto anno consecutivo. Buona fortuna, Pesaro.