Dopo 20 anni e innumerevoli delusioni, Milano riesce finalmente a conquistare la Coppa Italia. Dominate le prime due sfide, l'Olimpia conduce la finale dall'inizio (tranne il primo canestro di Cervi), spadroneggiando a rimbalzo e facendo leva sullo strapotere fisico di Rakim Sanders, che torna MVP di una manifestazione dopo le finali scudetto della scorsa stagione. Le giocate dell'ex Sassari, la fisicità di McLean e le invenzioni di Cinciarini imprimono il marchio sulla partita. Giorgio Armani può festeggiare con la sua squadra e alzare il trofeo. Plauso ad Avellino, che non si è mai arresa, neanche sul -17, e ha ripagato l'entusiasmo e il calore dei tanti tifosi giunti dall'Irpinia.
Primo quarto Cervi imbuca il primo canestro della finale ma l'inerzia della gara prende subito un'altra direzione. Milano parte forte in difesa ed è precisa nelle triple con Sanders e Jenkins. Mentre Repesa ruota i suoi (10 giocatori in campo già nel primo quarto) Sacripanti vede i biancoverdi annaspare su tutti i fronti ed è costretto a chiamare il time out (12-4). La differenza però è tutta nel confronto tra Sanders e Nunnally, col primo che continua a far male alla difesa irpina e il secondo a inanellare errori (18-8). La Sidigas respira con una tripla di Veikalas, ma Kalnietis e Simon permettono all'EA7 di andare al primo riposo con un vantaggio in doppia cifra (21-11).
Secondo quarto Macvan è subito protagonista con 5 punti. L'attacco di Avellino sembra ridestarsi ma il ferro respinge due triple che potrebbero riportarla in contatto, e Lafayette, da oltre l'arco, ristabilisce le distanze (29-19). L'ingresso di Cinciarini offre nuova linfa all'attacco dell'Olimpia: dopo un parziale di 6-0 tutto a firma di Nunnally, ci pensa l'ex play di Reggio Emilia, con una tripla, a ristabilire le distanze (33-24). Il terzo fallo di Simon mette coraggio ad Avellino, che con un nuovo parziale di 5-0 si riporta a due possessi di distanza, divario che viene ampliato sulla sirena da un tap in di Macvan (43-36). Milano chiude il primo tempo con 47 tiri e 14 rimbalzi offensivi, Avellino solo con 25 punti e nessun rimbalzo in attacco, i 7 punti sono un divario accettabile (visti i numeri) per gli irpini.
Terzo quarto Macvan si mette in luce anche col primo canestro della ripresa, una schiacciata a due mani, e poi con una tripla, volando a quota 12, dove viene poco dopo raggiunto e superato da Nunnally (48-42). Sanders imbuca un'altra tripla quando Avellino torna a -4, poi è Simon a siglare il nuovo +9 (53-44). L'asse Green-Nunnally inizia a produrre punti con continuità, ma i rimbalzi sono sempre il tallone di Achille dei lupi (57-48), acui Sacripanti prova a ovviare ruotando i suoi lunghi. Con Buva e Ragland Avellino riesce a tenere lo svantaggio sotto la doppia cifra (60-55).
Ultimo quarto Avellino ha la palla del -3, ma Acker la perde malamente permettendo a Sanders di andare a schiacciare in beata solitudine. Milano apre un parziale di 18-4, in cui giganteggiano Sanders e Cinciarini, chiudendo di fatto la contesa e toccando il massimo vantaggio sul 78-61 a 3:45 dalla fine. Avellino continua a battersi inanellando un parziale di 10-2 firmato da Ragland e Nunnally, ma Sanders chiude i giochi con l'ennesimo rimbalzo in attacco che ne fa, se ancora ci fossero dubbi, l'MVP della manifestazione.