Abbiamo preso un giorno di tempo per scaricare la tensione e l'emozione di un Federer vs Nadal, Fedal per gli appassionati del tennis, da leggenda. La loro quarantesima volta contro, ma a Wimbledon mancava dal 2008. Undici anni sono troppi senza questa partita su quel campo, sul Centrale che se si parla di tennis qualcosina capisce. Ora a parte il bimbo che legge il libro mentre quei due sono in campo (come ha fatto qualcuno me lo deve spiegare), il pubblico pagante non si è annoiato.
Roger contro Rafa, la leggenda del tennis e che gli Dei di questo sport meraviglioso e unico li conservino a lungo. Lo spagnolo è il tennis di una categoria potente e fisica, Federer il genio e il talento. Errore pensare una cosa del genere: Nadal è un giocatore che ha dimostrato di essere cresciuto dal 2008. Era uno dei giocatori più difensivi e più immobili sulla linea di fondo di tutti i tempi, scambiava poco e non accelerava mai. Oggi è un altro tennista: ieri ha dimostrato di saper servire molto meglio come ha fatto in tutto il torneo, ha attaccato salendo a rete e ha giocato diagonali e passanti non da tutti. Unico difetto quel diritto lungolinea che lo ha fatto esaltare nei turni precedenti e dal quale ha trovato la maggior parte dei suoi punti. Rafa ha difettato anche nelle prime di servizio e ha patito i lunghi scambi. Questo ultimo dato è significativo: lo spagnolo ha sempre giocato molto sugli scambi nelle partite contro lo svizzero portandoli spesso dalla sua parte, ma Roger ha dimostrato che, all'alba dei 38 anni tra un mese, è ancora in fase di miglioramento e ha sostenuto scambi anche da 26 palleggi tra loro, seppur nulla a che fare con i 44 della sfida tra Nole e Bautista.
Federer ha messo in luce un suo lato molte volte nascosto come quello della risposta: sui servizi di Nadal ha quasi sempre risposto da grande giocatore e ha dimostrato di essere meno lezioso e molto concreto. Ieri ha fatto rivedere il suo bellissimo gioco di volè e serve and volley a rete degne di lui, ha corretto l'uso dei piedi nella corsa (migliorato già contro Nishikori nei quarti). Roger ha stupito come ha tenuto lo scambio e come lo ha comandato per larghi tratti, mettendo Rafa in crisi. I due si conoscono molto bene e lo sapevamo, ma la sfida di ieri è stata l'ennesima dimostrazione che tra loro due non esistono sfide uguali alle precedenti. Djokovic avrebbe sicuramente preferito Nadal: il serbo apprezza il gioco dello spagnolo, ma lo conosce meglio e Rafa è meno soggetto a cambiare il suo stile per avversario che ha dall'altra parte della rete. Roger, in questo Wimbledon, è una vera incognita: si è sempre adattato al suo avversario, non ha mai giocato nella stessa maniera le partite tra loro e questo fattore va a vantaggio elvetico. Nole, dal canto suo, ha spesso e volentieri battuto Federer in finale a Wimbledon (ultima nel 2015) e ha i favori del pronostico dalla sua. Ma attenzione ad un dato: il pubblico del Centrale di Church Road ha un grande debole per Federer e hanno spesso mostrato che, da quelle parti, Roger non ha eguali per affetto e tifo. Nole, dal canto suo nella semifinale di ieri, ha più di una volta provocato gli spettatori e queste piccole cose a Wimbledon le paghi. Roger e Rafa sono amati per questo motivo: mai sopra le righe, hanno sempre offerto spettacoli degni di questo sport e Djokovic lo sa. Ieri, il serbo ha dimostrato ben poco di quello che sa fare: il suo essere così ombroso e aver perso la sua simpatia ha fatto crollare il suo tifo neutrale, il suo gioco da fondo campo e per larghi tratti troppo prevedibile deve cambiare. Federer se capisce in fretta il gioco del suo avversario è letale e non è facile prendergli il servizio. Nole dovrà essere bravo in quello, sfruttare bene ogni possibilità minima di break e non accelerare il suo gioco.
Se si andrà veloci, come ha fatto Rafa ieri, Djokovic non ha scampo: Federer ha dimostrato di voler correre, poche pause ( nessuna se serve lui) e poche reali occasioni per il suo avversario. Lo svizzero sta salendo con gli aces e, spesso, gli usa a suo vantaggio se deve recuperare da 40-30 con il suo avversario vicino a brekkarlo (ieri lo ha fatto in un paio di occasioni). Nole dovrà essere calmo e non farsi prendere da nervosismo, ma con Federer è davvero difficile non essere agitati: quest'anno su questa erba battuta (per citare il grande duo Clerici-Tommasi nel 1993, altro Wimbledon secco e asciutto) Roger ha fatto vedere cose e colpi non umani e Novak dovrà cambiare marcia ed essere meno previdibile e banale di quanto visto fino ad ora. Il serbo non appassiona per come gioca, ma è sempre stato così: potente e letale dal fondo, ma attacca a rete molto poco (per quanto non sia scarso a rete, anzi due o tre colpi buoni li ha). Con Roger devi attaccare e rispondere colpo su colpo: lo svizzero, anche pre Nadal, ha ribadito come questa erba lenta sia da attacco e poca difesa e Nole dovrà fare questa cosa. Rafa non può non avere un giudizio positivo: ha giocato un Wimbledon a livello Roland Garros, è stato eliminato solo dal padrone di casa da queste parti, ha dato risposte importanti in un tabellone complicato (Kyrgios e Querrey per citarne alcuni), ma ha sempre risposto presente e ha dimostrato di essere concentrato. Roger, a 38 anni, ha giocato con una nuova mentalità: quella del divertimento. Federer ha riscoperto la sua voglia di tennis, ha dimostrato di essere tornato quel ragazzo che sognava di calcare il palco dello Slam e potrebbe essere quella cosa in più per portare a casa il nono Wimbledon. Ma una cosa è certa: speriamo che questi due abbiamo vita lunga sportiva, i nuovi talenti possono attendere ancora un anno o due e speriamo di vedere la sfida 41 tra questi due molto presto, magari già negli Open americani tra qualche mese. Come on Roger e Vamos Rafa per sempre.