Il ruggito di Novak Djokovic. Dito alla tempia, sguardo fiero all'angolo. "Con la testa", sembra dire Nole. La partita è ormai in suo possesso, il rettilineo d'arrivo a un passo. Kei Nishikori alza bandiera bianca poco dopo, l'ex n.1 torna in una semifinale slam, si staglia sulla strada di un Nadal a caccia di titolo dopo la prematura eliminazione di Roger Federer. Wimbledon applaude il campione di ritorno, dopo la finale al Queen's il serbo aggiunge un'altra tacca, incamera altri consensi. La partita con Nishikori segue binari stabiliti, Djokovic ha un unico passaggio a vuoto, nel corso del secondo parziale, quando non concretizza tre palle break consecutive e cede poi la battuta al giapponese, abile ad elevare il livello di gioco. Lo schiaffo risveglia Djoko, chirurgico, nella medesima situazione ma a parti invertite, a segnare la rotta. Si difende e poi attacca, sigilla il terza set e di conseguenza la partita. Nel quarto, il campione di Belgrado non trema, è apoteosi.
Djokovic - Nishikori 63 36 62 62
Isner e Raonic si sfidano invece nel tardo pomeriggio, è il secondo match sull'uno dopo la maratona tra Federer e Anderson. Come di consueto è lotta di servizio, pochi scambi, pioggia di punti diretti. I primi due parziali di risolvono al tie-break, regna un equilibrio pressoché assoluto. Isner assume l'iniziativa nel terzo, sfruttando i momenti di difficoltà del rivale canadese. Raonic commette due doppi falli sul 22, spalancando le porte allo scatto americano. Big John non concede appigli - 64. Scenario simile nel successivo set, Isner pallina alla mano è perfetto, Raonic arranca e crolla, due volte. Nella zona mediana il primo strappo, sul 53 la firma di chiusura. Isner attende ora Anderson, occasione propizia.
Isner - Raonic 67(5) 76(7) 64 63