L'edizione 2018 di Wimbledon è piuttosto indecifrabile, si procede a strappi, senza un ordine stabilito. Fuori Cilic, a rischio eliminazione Zverev. Sgonfiato Dimitrov. Occorre pescare dal passato per trovare una via da seguire, si torna a Federer e Nadal, oasi di ristoro nella tormenta attuale. L'occasione è propizia, molti possono inserirsi in questo contesto e raccogliere nel tempio un risultato di prestigio. L'Italia della racchetta, sballottata dal vento del cambiamento e protagonista sul verde londinese, abbraccia il suo giocatore di superiore talento. Dopo una settimana, o quasi, è Fabio Fognini a reggere il vessillo tricolore. A 31 anni, nel pieno della maturità, il tennista di Sanremo sembra pronto per superare i limiti sempre palesati da queste parti. Nove partecipazioni, tre volte al terzo turno - così anche nel 2017. 

Dopo l'affermazione in quattro con il nipponico Taro Daniel, W con l'amico fraterno Bolelli. Abbraccio al termine del confronto, Fabio al terzo turno. Oltre la rete, oggi, si staglia Jiri Vesely, ceco dal braccio potente. 17 aces per inibire Schwartzman, biglietto da visita che Fognini deve tenere in considerazione. Il livello dei due è diverso, Vesely non ha il bagaglio dell'azzurro. Fabio può pescare dal mazzo, rendere la partita lunga e meno leggibile, creare dubbi in territorio ceco. Difficile ottenere opportunità in risposta - pallina alla mano Vesely è devastante - fondamentale armarsi di pazienza e cinismo. Il rovescio, la palla corta, frecce per "scarabocchiare" lo spartito, per costringere Vesely a muoversi. 

Il nativo di Pribram ha in archivio la semifinale di Antalya - KO con Dzumhur - sa giocare sul veloce e qui ha raggiunto il quarto turno nel 2016. Fondamentale non sottovalutare l'impegno, entrare con il giusto approccio nella contesa - terzo match sul campo n.3. I precedenti sorridono a Fabio, guida la rivalità e ha dalla sua la sfida giocata in questo torneo nel 2017. Tre set a zero, un concerto di qualità in grado di stordire il colosso Vesely. 

In caso di successo, per Fognini, ottavi con Nadal, presumibilmente sul centrale. Profumo di storia, manca un ultimo step, manca il dritto di chiusura.