Secondo impegno a Wimbledon per Rafa Nadal. Dopo il successo in tre set con l'israeliano Dudi Sela, lo spagnolo attende il kazako Mikhail Kukushkin. I riflettori illuminano il maiorchino, molti seguono la crescita del due volte campione qui a Church Road. L'interrogativo è chiaro, può Rafa insidiare Federer e togliere a Cilic il ruolo di principale alternativa? Tante le incognite, perché l'erba non restituisce a Nadal le medesime sensazioni della terra, sul verde il re di Parigi procede con passo incerto. Le condizioni del corrente torneo sembrano agevolare Nadal e il fisico, al momento, non presenta particolari problematiche. Salutare la pausa post Roland Garros, allenamenti mirati per approdare con il serbatoio pieno a Londra. 

Nadal, come detto nei giorni scorsi, deve sfruttare appuntamenti di secondo piano per superare le attuali carenze, per cementificare il suo tennis su questa superficie. L'ultimo trionfo risale al 2010, da allora assalti senza gloria. Dodici mesi fa, la dipartita al quarto turno, un Nadal insolitamente titubante, preda di vecchi fantasmi. L'esordio positivo può fungere da trampolino, oggi il suo margine appare ampio. Alle 14, rigorosamente sul centrale, gioca come detto con Kukushkin, 30enne da diverso tempo nel circuito. 

Il nativo di Volgograd raggiunge Rafa dopo l'assolo in quattro con Pospisil, risultato determinato dall'eccessiva propensione all'errore del canadese - 51 sbavature nel complesso. N.77 ATP - in passato n.46 - Kukushkin è alla settima apparizione a Wimbledon. Nel 2014, terzo turno, il miglior risultato al momento - 2T lo scorso anno. Nel 2018, semifinale a Nottingham, eliminazione con M.Zverev, prima le vittorie con De Minaur, Ferrer e Edmund. Può raccogliere qualcosa in più di Sela, difficile possa avvicinare Nadal. 

I precedenti sono tre, tre sono anche le affermazioni dello spagnolo. Primo incrocio nel 2010 a Bangkok, quattro anni dopo, a Wimbledon, l'ultima fermata. W in quattro per Nadal. Tie-break favorevole a Kukushkin, poi triplo 61 per il mancino di Manacor, a testimoniare la netta supremazia.