Al Pala Tricalle di Chieti, primo turno del secondo gruppo mondiale, sul rettangolo di gioco Italia e Spagna. Manca Garbine Muguruza, ma l'impresa, per le azzurre, è ai limiti dell'impossibile. L'Italia - senza Camila Giorgi, ancora al centro di una fastidiosa polemica con la FIT e non al meglio della condizione - si presenta con un gruppo estremamente giovane e inesperto, trainato dalla solita Errani. Sarita, fermata al terzo turno di qualificazione nel primo slam del 2018, deve ritrovare la magia di coppa, battere la Arruabarrena nel secondo incontro odierno per dare al gruppo tricolore un'opportunità.
Ad aprire le ostilità è Jasmine Paolini, tennista interessante ma non pronta, probabilmente, per giocare alla pari con Carla Suarez Navarro. A Bastad, nel 2017, perentorio 61 60 per la Suarez, apparsa in ottima forma a Melbourne. Quarti di finale e disco rosso con la Wozniacki, poi al titolo. Spicca la presenza, nella formazione italiana, di Elisabetta Cocciaretto, classe 2001, donna copertina dopo le mirabolanti cose australiane nel torneo dedicato alle junior. Gioca il doppio con Deborah Chiesa, oltre la rete Garcia Perez e Martinez Sanchez.
Il bilancio recita 4-3 Spagna, ultimo passaggio a Lleida nel 2016. Un massacro, 4-0. Per risalire a un sussulto italiano, occorre far tappa nel 2006. A Saragozza, Pennetta dominante, 3-1, con Francesca Schiavone a completare l'opera. Altri tempi, altra Italia. Con la Vinci pronta ad appendere la racchetta al chiodo al Foro, siamo a uno snodo cruciale, siamo in attesa di un ricambio netto. Non mancano prospetti di valore, serve però la necessaria pazienza.
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