Roger Federer resta, per molti, il favorito. Campione in carica, approda ai quarti con un ruolino di marcia ai limiti della perfezione. Quattro vittorie in tre set, una condizione fisica ottimale e un bagaglio d'energia da riversare in campo per impegni sulla carta più probanti. Un solo giocatore di livello - Richard Gasquet, peraltro spesso vittima dello svizzero - lungo il cammino, tre profili - Bedene, Struff, Fucsovics - non in grado di alterare lo spartito di Roger. Buona la prestazione dell'ungherese, specie per due set. Un Federer, insomma, in amministrazione controllata, non nella sua versione migliore, probabilmente per scelta. In un torneo lungo due settimane, tre set su cinque, occorre gestire lo sforzo e l'ex n.1 ascolta con attenzione i richiami del suo corpo. Dall'alba del 2017, una programmazione rischiosa quanto consona, utile per dare ulteriore lustro a una carriera non replicabile, per allungare la permanenza in campo.
Dopo un sorteggio complesso, ora il tabellone appare fedele alleato del campionissimo. La dipartita di Djokovic e Del Potro spalanca le porte al Re, atteso ai quarti da Berdych e in un'eventuale semifinale da Sandgren o Chung - Next Gen da prendere con le pinze dopo la mirabile performance con Djoko. Federer è quindi artefice del proprio destino, dipende da lui, almeno fino all'atto conclusivo. Abbiamo accennato al prossimo turno, all'orizzonte il ceco Berdych. Una partita con pronostico favorevole, come confermano i numeri. Federer è in vantaggio 19-6 e non perde dal 2013 - Dubai - con Tomas. Lo scorso anno, tre confronti, tutti con il medesimo esito. Qui a Melbourne, sigillo in tre di Federer, piuttosto netto, a Miami W 76 al terzo, a Wimbledon, in semifinale, 76 76 64. Aldilà del punteggio, occorre però sottolineare la crescita, specie mentale, di Berdych, in grado di avvicinarsi a Federer, fino a costringere lo svizzero a proporre la sua versione d'élite.
Federer - Berdych, Australian Open 2017 - Video Australian Open TV
Giusto non considerare Berdych spacciato ancor prima di scendere in campo. Al ceco serve una partita "totale", in primis pallina alla mano. In risposta, un atteggiamento d'offesa, per togliere a Federer la possibilità di prendere il comando e chiudere rapidamente lo scambio. Limitare gli errori, accettare il rischio, questo quanto richiesto al 32enne. Berdych raggiunge l'appuntamento senza pressione - non si chiede a lui il miracolo - e con un carico di fiducia garantito da un percorso nobile. Dopo l'approccio con il talento De Minaur, la replica con il terraiolo Garcia Lopez. Scossa al terzo turno, braccio di ferro con Del Potro. In sede di ottavi, un tennista di differente forma, Fabio Fognini, per principi lontano al lottatore di Tandil. Tre set a zero Berdych, sublime nelle fasi salienti del match.
All'Australian Open, è il quinto incontro tra Federer e Berdych. Nel 2016, 3-0 Federer, così come nel 2008. Di altro tenore il duello del 2009, Roger con il brivido, in cinque parziali. Del 2017 abbiamo detto in precedenza, 62 64 64. Una storia lunga 14 anni, un nuovo capitolo alle porte.