Non solo Belgio - Australia. Il week-end di Davis propone il confronto tra Francia e Serbia, in palio un posto in finale. La Francia parte, sulla carta, nettamente favorita, in virtù dell'assenza, sul fronte opposto, di Novak Djokovic, guida del movimento serbo. Lajovic e Djere, fuori casa e contro pronostico, devono costruire un'impresa. La giornata inaugurale, il via alle ore 13, propone come di consueto due singolari. La vetrina iniziale è per Lucas Pouille e Dusan Lajovic. 2-1 per il serbo nel conto dei precedenti, due vittorie nel 2014, all'Australian Open e a Tashkent. La replica di Pouille nel 2016, a Bucharest, nell'unico match sul rosso, superficie che ospita anche la sfida corrente. Pouille, 23 anni, è da molti considerato un futuro campione, ha un bagaglio completo, sa giocare su diversi terreni, senza perdere in efficacia. Titolo a Stoccarda sull'erba, quarto turno all'US Open, ha ampi margini di progresso. Lajovic - assolo a Bastad, W in finale con L.Mayer - raggiunge Lille dopo l'uscita al 1T a Flushing Meadows. Deve quantomeno provarci, per non porre Djere spalle al muro.
Laslo incrocia la racchetta con Tsonga. Per Jo, il titolo a Lione, sigillo al tramonto con Berdych, poi una serie di risultati non certo esaltanti. Surclassato da Shapovalov a New York, deve trovare il feeling con il Pierre Mauroy per evitare pericolosi passaggi a vuoto. Djere gioca infatti sulla terra da diverse settimane. A livello Challenger, finali a Perugia - con Munoz de la Nava - e San Benedetto - con Berrettini. Semifinale a Cordenons - ritiro nel corso del confronto con Carballes Baena - infine, secondo turno a Genova nell'ultimo torneo disputato - KO con Balasz.
Il bilancio sorride alla Serbia. 5-4 al momento, primo intreccio nel 1936, 3-2 per l'allora Jugoslavia. Ultime battute nel 2010, finale sul veloce di Belgrado. Francia avanti 2-1, poi il ritorno serbo. Djokovic batte Monfils ed impatta, Troicki doma Llodra e consegna la Davis alla sua nazionale.