Saranno due giorni importanti, quelli che separano Roger Federer dai quarti di finale degli US Open 2017, che vedranno il fuoriclasse svizzero opposto a Juan Martin Del Potro, capace di batterlo proprio a Flushing Meadows, addirittura in finale, nel lontano 2009. A distanza di otto anni, i due si ritrovano l'uno contro l'altro, in condizioni di forma simili. Federer non è ancora al top, a causa di persistenti fastidi alla schiena che ne hanno limitato il rendimento nella prima settimana, Del Potro convive ormai da diverse stagioni con problemi al polso sinistro, operato in più circostanze.
Eppure la grande attesa è già iniziata, al punto che la maggior parte delle domande fatte in conferenza stampa al fuoriclasse svizzero non hanno riguardato il match vinto in tre set contro il tedesco Philipp Kohlschreiber. Successo agevole, caratterizzato però anche da un medical time-out per un massaggio alla schiena, che Federer spiega così: "Ho sentito indurirsi un muscolo della schiena - il chiarimento dello svizzero - non saprei bene come definire quel fastidio, ma volevo semplicemente far presto durante la pausa tra secondo e terzo set. In realtà forse sarei dovuto uscire dal campo per il trattamento: normalmente si chiede all'arbitro e si ottiene l'ok, ma ho voluto direttamente il fisioterapista in campo. In tre minuti ero di nuovo pronto. Non volevo che Philipp dovesse attendere, è stata una chiamata di precauzione. Va tutto bene, non ho problemi alla schiena, non sono preoccupato". Poi le domande su Del Potro e sul prossimo match: "Ad essere onesti, non so cosa abbia dovuto superare durante il periodo dell'infortunio, non ero con lui, ma è stato fuori per così tanto tempo che è bello rivederlo giocare questo tipo di partite. E' questo il motivo per cui si ritorna, per sentire il supporto della gente. Dal campo centrale si poteva sentire tutto, è la prima volta che mi capita una cosa del genere. E' un bravo ragazzo, lo conosco bene, ma quando si è infortunato non ho avuto l'opportunità di vederlo per un po' di tempo. Mi è sempre dispiaciuto per lui, perchè penso che all'epoca avesse buone chances di diventare numero uno al mondo. Sono davvero contento per questo suo risultato: il prossimo match sarà sicuramente interessante, ovviamente mi ricorda la finale del 2009, che fu una partita epica. Spero che entrambi potremo produrre un'altra prestazione del genere".
Qualche considerazione anche su Dominic Thiem, battuto in rimonta dall'argentino: "E' davvero un bravo ragazzo, è bello vederlo sempre in giro. Ha una grande etica del lavoro, spesso si allena duramente con Rafa. Io non sono così, per questo motivo li ammiro entrambi, abbassano la testa e allenano al massimo. Adoro il suo rovescio, ho giocato con lui qualche volta e ha grande potenza da entrambi i lati: rimarrà al top per un bel po', facilmente in top ten per i prossimi dieci anni. Riuscirà a crearsi diverse opportunità per vincere grandi tornei in futuro". Ancora su Del Potro e sulla finale del 2009: "Cosa è successo in quella finale (ride)? Ricordo di essere stato in vantaggio nel primo set, poi poco altro, se non molti rimpianti per quella partita. E' uno dei quei match che vorrei rigiocare. Probabilmente avrei vinto se fossi salito due set a zero, o due set a uno, ora non ricordo con precisione. Ebbi le mie occasioni, lui fu migliore di me solo al quinto. All'epoca non ero troppo deluso, perchè avevo già vinto il Roland Garros e Wimbledon, poi erano nate le mie due gemelle. Fu il finale di una bella cavalcata, che però chiuse il mio regno quinquennale qui a New York. Lui giocò davvero bene, sconfisse Rafa e me in semifinale e finale, meritò quel titolo. Ma oggi siamo entrambi giocatori diversi. A causa degli interventi chirurgici, il suo rovescio è cambiato, usa molto di più lo slice: solo per questo fattore, il suo gioco è differente. Io invece ora sono più aggressivo in risposta, gioco punti più rapidi, non uso molto lo slice. Ci siamo già incontrati quest'anno a Miami, quindi ho già avuto un assaggio di cosa aspettarmi. Il suo servizio e il suo dritto sono rimasti identici, anzi forse è ancora più potente con il dritto. Credo che entrambi saremo più rilassati stavolta, sono quarti, non una finale. Il dritto di Delpo il migliore mai affrontato? No, penso che quello di Rafa sia il numero uno, poi ovviamente dipende dalle superfici. Quello di Del Potro è piatto, il che gli lascia minori margini di errore: è straordinario con l'inside-out, che poi è un colpo davvero difficile da eseguire. Penso che molti juniores dovrebbero guardare al suo dritto come a un gran dritto".