Mentre prosegue spedita la marcia di Nadal e Federer nella parte alta, la seconda porzione del tabellone è ancora alla ricerca di un giocatore in grado di prendersi il ruolo di guida. In quattro partono più o meno alla pari, a caccia della semifinale. Nella sessione serale, sull'Arthur Ashe, particolarmente interessante l'incrocio tra Querrey e Anderson. Due veterani del circuito, due giocatori in grado di rigenerarsi e costruirsi uno spazio nell'élite della racchetta. Entrambi vivono un ottimo momento di forma, il pronostico è quindi difficile.
In stagione, equilibrio assoluto. A Wimbledon, affermazione in cinque set per il colosso americano, semifinalista ai Championships dopo il sigillo a cinque stelle con Murray. La risposta di Anderson a Montreal, 64 61, una corsa, quella del sudafricano, interrotta solo da A.Zverev (fatale ad Anderson anche nella finale di Washington). Il computo totale vede Querrey in leggero vantaggio. 9-6, 6-5 se si restringe il discorso al cemento. La superficie favorisce il tennis dei due, giocatori bravi a costruire gran parte dei successi partendo dal servizio. Una battuta poderosa, in grado di portare punti diretti o di aprire il campo. Difficile ipotizzare lunghi scambi, si gioca sull'uno-due, fondamentale quindi cogliere le sparute occasioni, colpire nelle minime aperture.
Il cammino di Querrey è fin qui perfetto. Esordio con Simon, replica con Sela. Al terzo turno, le uniche titubanze, un set concesso ad Albot. La prestazione a livello di ottavi sposta probabilmente l'ago della bilancia, firma in tre set contro M.Zverev, uno degli ultimi esemplari da serve & volley. 62 62 61, il punteggio a sottolineare la performance di Sam. Di contro, Anderson vanta un percorso ugualmente nobile, ma privo di avversari in grado di portarlo al limite. Aragone per bussare alla porta del torneo, poi l'alterno Gulbis e Coric. Tennista di qualità il croato, specie sulla terra, non nuovo ad exploit anche sul cemento, ma non ancora pronto per limitare profili di potenza come Anderson. Applausi, infine, a Lorenzi, l'unico in grado di imbrigliare parzialmente il sudafricano. Quattro set e quarti per il nativo di Johannesburg.
Si conoscono perfettamente, poche le variazioni sul piano tattico, decisiva, probabilmente, l'interpretazione della partita. Scattare dai blocchi con il giusto atteggiamento può indirizzare la contesa. Braccio di ferro al centro del ring, semifinale Slam sul piatto.