Resistere al mutamento del tennis, ad una naturale evoluzione, è cosa per pochi. Ricostruirsi, rigenerarsi, accettare il cambiamento, è destino degli eletti. In questo senso, Federer e Nadal rappresentano il vertice della piramide. Campioni consacrati in grado di prolungare la loro carriera, replicando a naturali difficoltà. Non è un caso quindi, che in un periodo di naturale flessione di altri protagonisti, vedi Murray e Djokovic, il circuito si aggrappi ai due fuoriclasse in attesa del definitivo cambio della guardia. L'ultimo slam di stagione sembra riproporre uno scenario simile a quello dei primi tre, con Federer e Nadal a spartirsi la torta. Il finale non è però scritto, intanto perché i due occupano la medesima porzione di tabellone - possibile incrocio in semifinale - poi perché nessuno dei due al momento appare inattaccabile. Federer affronta quest'oggi Kohlschreiber, più difficile appare l'impegno per Rafa, chiamato a disinnescare il braccio dell'indecifrabile Dolgopolov. Due giocatori agli antipodi, solido il primo, Nadal, alterno il secondo, Alexandr. Un combattente, un indomabile guerriero lo spagnolo, un artista che ama colpire di talento e improvvisazione, l'ucraino. Ingredienti perfetti per un nobile ottavo. 

Nadal approda al quarto turno dopo il confronto con L.Mayer. Spartito simile alla sfida con Taro Daniel. Un approccio modesto, gratuiti in serie, poi una crescita costante, inesorabile. Su una superficie veloce, Nadal fatica ad ingranare, deve entrare sottopelle all'avversario, carpirne i movimenti, le soluzioni, per poi girare la partita a suo favore. Dolgopolov può impedire a Rafa di costruire la sua tela, ha una pallina veloce, colpi risolutori, può togliere il tempo a Nadal, di fatto precludendo al maiorchino la possibilità di immergersi nel confronto. I precedenti sorridono al mancino. 6-2, nel 2017, a Brisbane, doppio 63. 4-1 sul cemento, l'assolo dell'ucraino a Indian Wells, nel 2014. Splendido duello, 76 al terzo per Dolgopolov. 

Rispetto a Nadal, ben altro approccio per Alexandr con il torneo. Costretto agli straordinari da subito, cinque set con Struff, a seguire il muro ceco - Berdych. Enigma sciolto dalla classe cristallina che da sempre contraddistingue il nativo di Kiev. Al terzo turno, prestazione superba con Troicki, un incedere regale. Sei partecipazioni all'US Open per Dolgopolov, il punto più alto nel 2011, quarto turno. Reduce da due premature eliminazioni, è pronto a scrivere un altro copione, contro Rafa, il n.1. Serve, ovviamente, una versione di lusso, in questo senso poco rassicurante è il cammino di avvicinamento. A Cincinnati, tutto sommato, una buona impressione, qualificazioni e W con Anderson, resa poi con Kyrgios. A Winston Salem, scivolone con T.Monteiro, mente proiettata a Flushing Meadows. Può accendersi, può regalare al pubblico presente sull'Arthur Ashe un pomeriggio di grande tennis. Chi supera l'esame, vola ai quarti, prossimo step con Goffin o Rublev, orizzonte da semifinale.