Il rivale designato di Roger Federer è da tempo Rafa Nadal. Per entrambi, una stagione incredibile, ritorno inatteso per risultati e continuità. Resistono alle scosse del tempo, replicano ad un tennis in divenire. Frullato di emozioni, pioggia di sorprese. Protagonisti all'angolo, eliminati senza diritto di replica. Identificare nella parte bassa il possibile riferimento è difficile, Federer e Nadal invece allungano un'ombra lunga sulla prima porzione di tabellone. Non esprimono il miglior tennis, ma personalità e storia giocano un ruolo chiave. La capacità, evidente, di gestire ogni situazione. Con Taro Daniel, avvio zoppicante per Rafa, chirurgico nei tre successivi parziali. Seconda affermazione, dopo quella d'avvio con Lajovic.

Nel terzo match sull'Arthur Ashe, l'ultimo della sessione diurna, Nadal affronta Leonardo Mayer, una novità a questo punto della competizione. Per il sudamericano, due volte al terzo turno all'US Open, nel 2012 e nel 2014, un lungo percorso, iniziato dalle qualificazioni. Alla terza fermata, sconfitta con Marterer, poi il rientro da LL. Prende piede da qui la sua cavalcata. Exploit con Gasquet, secondo punto con Sugita. Contro pronostico, contro lo spartito. Difficile possa insidiare Nadal, specie in un contesto lontano dalle caratteristiche tecniche di Mayer.

Tre partite tra i due in carriera. Ad Indian Wells, sigillo spagnolo nel 2012 - 61 63 a rinforzare il precedente assunto - due anni dopo il ritiro di Mayer prima della lotta con il maiorchino. Le altre due sfide riconducono al rosso, superficie che esalta entrambi i contendenti. Differente, però, la capacità di assorbire e sfruttare altri terreni, in questo senso il gap è enorme.

L'incontro odierno può rivelarsi fondamentale per Nadal, è l'ultimo passaggio "semplice", dal quarto turno inizia probabilmente il vero torneo, con uno tra Troicki e Dolgopolov. Occorre quindi ultimare la "preparazione", trovare le giuste sensazioni.

Nadal - L.Mayer, Indian Wells 2012