La terza sinfonia di Maria Sharapova. Dopo Halep e Babos, la divina, ancora in sessione serale sull'Arthur Ashe, a dispetto di polemiche e chiacchiere, rimanda la giovane Kenin. La partita trova soluzione in un primo set in costante equilibrio, Masha mette sul piatto la maggior presenza in questo contesto e al tramonto impugna racchetta e contesa. 75, preludio al successivo 62. Quarto turno, orizzonti interessanti. Rinascita, come per Petra Kvitova, maltrattata a più riprese all'ingresso a Flushing Meadows. Preparazione incerta, certezze lontane. A New York non molla la presa, tritura dubbi ed interrogativi, si prende la scena. 60 alla Garcia, avvio stellare. 64 per firmare il match, per chiudere a un possibile ritorno transalpino. 

Doppia carta di casa. Sloane Stephens rafforza il suo status, controlla la Barty nell'impegno più agevole del suo US Open e procede a passo spedito. Al suo fianco, Venus, bellezza eterna. Si muove con eleganza, scherza con il tempo. Venere sorvola la Sakkari, inebria, si nasconde, è un'alternativa da non sottovalutare. 

La continuità di Garbine Muguruza è invece impressionante. Rifila periodico 61 alla Rybarikova, terzo assolo in due set. Non presta il fianco la Muguruza, insegue il titolo - secondo slam consecutivo dopo Wimbledon - e la vetta del ranking. 

Piace infine sottolineare una sorpresa. Carla Suarez Navarro torna agli ottavi. Una stagione in altalena, ruzzoloni continui, intervallati da fioca luce. La serrata lotta con la Makarova - W in tre set per la Suarez - può dare una sterzata al 2017, riaccendere un talento con pochi eguali. 61 36 63. 

Il quadro completo dei risultati