Terza esclusione eccellente all'US Open in corso di svolgimento a Flushing Meadows. Dopo Konta e Halep, ad abbandonare anticipatamente il cemento americano è l'ex n.1 Angelique Kerber, una manciata di mesi fa padrona del circuito. Stupisce il crollo verticale della teutonica, immersa in un vortice negativo ormai da diverso tempo. La Kerber è inghiottita da una spirale di interrogativi ed incertezze, non riesce, dal punto di vista mentale, a ritrovare la sua proverbiale forza. Cade al cospetto della Osaka, nipponica che gioca un ottimo tennis, concreto, senza palesare alcuna reazione dopo l'iniziale 63. Il secondo è una rapida via crucis, giusto il tempo di sbloccare il tabellino, di evitare un'onta ancor peggiore, 61.
Conferma invece la sua candidatura Madison Keys. Titolo a Stanford, prestazione di livello anche nel 1000 di Cincinnati, evita sapientemente le insidie d'esordio e prevale sulla Mertens, di recente in semifinale a New Haven. Un incontro non semplice, il campo, specie nel secondo parziale, ribadisce le impressioni della vigilia. Tie-break americano, 8 punti a 6, la Keys chiude 63 76.
La Ostapenko, inattesa regina a Parigi, è qui a malpartito, non può sfruttare, in un contesto rapido, la sua straordinaria capacità di resistenza. Il sorteggio è però benevolo e con la Arruabarrena, altra giocatrice da rosso, riesce ad imporsi, non senza fatica. Tre set, 62 16 61 per la Ostapenko. La Strycova stritola la Doi - 61 63 - mentre netta è la sconfitta della Tsurenko con la Wickmayer - 63 61. Infine, da segnalare il sigillo della Cirstea con la Kerkhove - 61 63.