Manca un ultimo colpo di pennello. Roger Federer sfida Tomas Berdych, in palio la finale. Lo scorso anno, la caduta, fragorosa, al penultimo atto, con Milos Raonic. Uno schiaffo alle ambizioni di Federer, piegato da evidenti problemi fisici. Dodici mesi dopo, Roger si ripresenta, con ben altre credenziali. Lo spauracchio Raonic è in archivio, soggiogato dal tennis di talento del campionissimo. Due set di ricami e soluzioni rapide, palla veloce, idee a getto continuo. Partita nel terzo, un Federer più lento, un Raonic d'assalto. Tie-break e magia, la pallina rientra e si adagia sulla riga, Milos abbassa le possenti spalle. Il segno della risalita, il prolungamento è svizzero. 3-0 e semifinale, con Berdych, come detto.
Sulla carta, non c'è partita. Il gioco di Federer si abbina perfettamente a quello di Berdych. Servizio e dritto, una combinazione che non scuote le certezze dello svizzero. Il bilancio parla di 24 confronti, 18 favorevoli al recente vincitore di Halle. In stagione, tre set a zero a Melbourne, 76 al terzo a Miami, con Tomas, una volta ancora, a un passo dall'impresa. L'ultimo sigillo di Berdych nel 2013, a Dubai, significativa l'affermazione qui a Wimbledon nel 2010, 64 al quarto. In quell'anno, corsa fino alla finale, la miglior versione di Berdych. Sull'erba, poi, il doppio squillo di Roger ad Halle e Wimbledon nel 2006. Una supremazia certificata, c'è, tra i due, un evidente scarto, in termini di tecnica e di capacità di chiudere la partita.
Federer - Berdych, Australian Open 2017
Il torneo di Berdych è fin qui estremamente positivo. Ai quarti, la mano tesa di Djokovic, costretto al ritiro, in precedenza il punto di volta, con il successo in cinque set su Dominic Thiem. Maggior predisposizione alla superficie, l'intelligenza di sfruttare al massimo il bagaglio a disposizione. Federer, di contro, ha un ruolino perfetto. Il bilancio dice 10 vittorie sul verde consecutive, senza concedere alcun set. Prima di Raonic, Dimitrov e M.Zverev, minacce offuscate con sicurezza disarmante.
Federer, come detto, è favorito per diversi motivi. Non è solo una questione di numeri, in ballo c'è l'ottavo titolo ai Championships. Senza Nadal, sorpreso da Muller, con Murray e Djokovic costretti alla resa, il cammino appare spianato. Berdych, poi Cilic o Querrey, la storia è a un passo, anzi due.