L'ottavo successo (su otto incontri disputati), nella centesima partita giocata sull'erba dei Championships, contro un top ten nella stagione 2017 ha garantito a Roger Federer l'accesso alla semifinale di Wimbledon, dove domani affronterà il ceco Tomas Berdych. Schiantato in quarti il canadese Milos Raonic, dominato per due set, regolato al tie-break del terzo. Nel giorno in cui Andy Murray e Novak Djokovic sono andati k.o. per problemi fisici, è proprio la tenuta atletica l'argomento di maggiore attualità nella conferenza stampa post-partita del fuoriclasse elvetico.
Un Federer che fa immediatamente gli auguri di pronta guarigione ai suoi due rivali, ricordando di aver vissuto situazioni simili solo dodici mesi fa: "L'anno scorso ho avuto enormi difficoltà ad allenarmi durante la stagione sulla terra rossa - dice Fedexpress - e i tornei su erba sono stati complicati a causa di problemi alla schiena e al ginocchio operato. A dire il vero, in quel periodo, riuscivo ad allenarmi davvero poco. L'anno scorso non potevo giocare in maniera sciolta, perchè ero più preoccupato delle condizioni del mio ginocchio che dell'esecuzione del mio dritto o del mio rovescio, o di cosa fare per mettere in difficoltà l'avversario. Ora sono invece di nuovo un normale giocatore di tennis, che può concentrarsi sulla tecnica e sulla strategia da adottare. E' questa la differenza. Sto giocando molto bene, sono riposato, fresco, fiducioso. Solo così si possono ottenere grandi risultati. La fiducia è una componente fondamentale". Federer racconta poi un aneddoto relativo alla stagione 2016 e al Roland Garros di tredici mesi fa: "Ero a Parigi, stavo lavorando con il mio fisioterapista, e dopo dieci minuti mi sono chiesto cosa stessi facendo lì. Il mio ginocchio era gonfio, non ero in grado di giocare. Anche la schiena mi dava fastidio. Piuttosto che proseguire nel fare terapie o provare ad allenarmi, mi chiusi per un'ora e mezza in una stanza a parlare con il mio team, prima che ci cacciassero. In quel momento decidemmo che dovevo saltare il Roland Garros perchè il mio fisico non mi consentiva di giocare. E' stata dura. All'inizio mi sono sentito sollevato, ma poi, quando la notizia si è sparsa per il mondo, confesso di essere stato triste, perchè avrei voluto proseguire nella striscia di 65 tornei dello Slam disputati consecutivamente. Ma la salute è troppo più importante di qualsiasi tipo di record".
"Una volta superati i trent'anni, bisogna guardarsi indietro e pensare a quanto tennis si è giocato sino a quel momento, a quanto riposo ci si è presi, quanto ci si allenati, quanto si è andati oltre. Quindi bisogna ricalibrare l'intera programmazione. Per me ha funzionato: a volte fisico e mente hanno bisogno di riposo. Francamente non penso di star giocando meglio adesso rispetto a qualche anno fa, anche se provo sempre a migliorare di stagione in stagione. Credo semplicemente che dopo l'infortunio tutto sia molto diverso: sono estremamente felice di essere in grado di giocare ancora così bene. Forse sono anch'io un po' sorpreso, ma nei miei piani c'è sempre stata la speranza di rimanere ad alti livelli anche nell'ultima parte della mia carriera". Mentre i suoi rivali cadono per acciacchi assortiti, il fuoriclasse svizzero si ritrova per la dodicesima volta in semifinale ai Championships, dopo aver mostrato il solito tennis altamente spettacolare, unito a una sicurezza nei propri mezzi che sembra disarmante per gli avversari incrociati sui campi. A spiegare la sensazione che si prova nell'affrontare il vecchio/nuovo Federer è proprio Milos Raonic, che lo scorso anno a Wimbledon contro l'elvetico si era imposto in semifinale: "La cosa più impressionante di Roger - dice il canadese - è la sua tranquillità mentale nei momenti importanti. Fa sempre la cosa giusta, con estrema precisione. Oggi (ieri, ndr) ha impostato la partita con le marce alte, senza lasciar intravedere molti segni di cedimento. E' stato questo il fattore chiave, che mi ha costretto alla sconfitta".