Ci addentriamo nel cuore del pomeriggio, ed i prati verdi di Wimbledon snocciolano i primi verdetti. Day 4 ai Championships, tempo di 2T. Mentre Djokovic vince agevolmente e Del Potro perde, in campo WTA passano al 3T Hercog, Kuznetsova, Vandeweghe, Tsurenko e Radwanska. Andiamo a scoprire i match nel dettaglio.

Varvara Lepchenko - Polona Hercog (7-6(2)/2-6/2-6)

Dopo aver superato la N°28 del seeding Davis, Lepchenko era chiamata all'esame Hercog. La tennista uzbeka - naturalizzata statunitense - era avanti 3-2 nei precedenti, con l'ultima sfida giocata proprio su erba. A s'Hertogenbosch - l'anno passato - la Lepchenko aveva beneficiato del ritiro dell'avversaria quando era avanti 6-4 4-0 Scorrono via i primi due turni, poi la Hercog effettua il break sul 30-40. Il vantaggio non dura molto, perché la terraiola slovena cade nel 6° game, restituendo il favore all'avversaria alla prima opportunità utile. Match lottato, combattuto, lo testimoniano l'11° ed il 12° game; lunghi, giocati sul filo di lana e con alcune palle break sprecate da entrambe le protagoniste. Il tie-break è inevitabile, Lepchenko lo domina e conquista il parziale. E' l'inizio della fine, e di un secondo set tipico del circuito WTA. Tra il 2° ed il 6° game fioccano 4 break; la prima a beneficiarne è la Hercog che sul 4-2 tiene il servizio e brekka nuovamente la sua dirimpettaia, portando il match al 3° e decisivo set. Il canovaccio cambia, ma il match pende dalla parte della slovena: break nel 2° game replicato sul 5-2. Parziale e 3T.

Ekaterina Makarova - Svetlana Kuznetzova (0-6/5-7)

Non due specialiste, ma due tenniste offensive e divertenti. Nona sfida tra Makarova e Kuznetsova, il derby porta con sé uno score impietoso di 7 ad 1 per la N°8 WTA. L'ultimo head to head su erba risale ad Eastbourne 2010: 6-4 7-5 Makarova. La forbice di talento, di colpi, di tenuta mentale, viene subito a galla nel 1°set: Svetlana è perfetta, sempre più incalzante, strappa tre volte la battuta, annulla tre palle break nel corso del set e chiude in 24 minuti con un bagel che non lascia spazio a commenti. La russa più quotata firma l'allungo nel 2° set, subito cancellato dalla reazione d'orgoglio della Makarova. Scambio di break e favori anche nel 5° e 6° gioco prima del timbro definitivo sul 6-5. 

Tatjana Maria - Coco Vandeweghe (4-6/2-6)

Al 1T vittoria con Barthel, adesso Maria. Vandeweghe non soffre contro la N°74 del mondo Maria e sfoggia una prestazione ottima. Seconda sfida tra le due, il primo ed unico precedente è sempre sull'erba: 7-5 6-4 a s'Hertogenbosch. Chirurgica nel primo set la statunitense; effettua il break nel game embrionale e lo custodisce gelosamente per tutta la durata dello stesso, fallendo altre 5 possibilità di ulteriore allungo. Il secondo parziale è una passeggiata di salute, una gita sul campo 16: break nel 5° game, break nel 7° e 6-2 in meno di mezz'ora.

Lesia Tsurenko - Viktorija Golubic (6-1/2-6/6-3)

Montagne russe sul campo 17 di Wimbledon. Dopo il ritiro di Darcis con conseguente vittoria di Ferrer, entrano in campo Tsurenko e Golubic. Primo incontro tra le due. Match veloce, scambi rapidi; la Tsurenko viene catapultata sul 3-1, grazie al break a 15. Non soffre, anzi ferisce l'avversaria con un altro break nel 6° game, vincendo il parziale. Rialza la testa Golubic, e gioca un 2° set che rimarca - a parti invertite - le linee guida del primo parziale. Arriva il break nel 2° e 6° game, poi lo scambio di favori in coda al set consente alla svizzera di allungare la contesa. Match lottato sino al 2-2, poi il break di marca ucraina diventa fattore determinante. Tsurenko annulla due palle dell'immediato contro break e vola verso la vittoria.

Agnieszka Radwanska - Christina McHale (5-7/7-6/6-3)

Non è il momento di Aga, lo sappiamo, ma la polacca affoga, risale la correnta, lotta e torna in superficie. Contro McHale - precedenti 5-0, 1-0 sull'erba - vittoria d'orgoglio e di nervi per Radwanska. Set astruso, antipatico; si corre su binari paralleli sino al 5-5, poi McHale effettua il break e chiude la porta - annullando tre palle break - nell'ultimo game. Il secondo parziale non regala scossoni, regna l'equilibrio. C'è equilibrio anche nel conto dei break, uno per parte, e ciò porta le giocatrici a ricercare il bandolo della matassa al prolungamento. Qui spuntano le fiamme dell'inferno: Aga annulla un match point, e poi trasporta il match al 3° vincendo 9-7. McHale accusa psicologicamente lo smacco ricevuto, e si scioglie a poco a poco cedendo 6-3.