Roberta Vinci saluta, capo chino e volto scuro, il campo n.16 di Wimbledon. L'avventura della tarantina non è foriera di successo e sorrisi, Kristyna Pliskova si impone in due set, con il punteggio di 76(8) 62, acuendo la crisi di Roberta, in difficoltà ormai da diversi mesi. La Vinci non sfrutta l'ottimo avvio, patisce oltremodo un tie-break punto a punto ed abbandona, di testa, la partita in avvio di secondo. Gioco facile per la ceca, brava a crescere in battuta e a leggere le traiettorie lavorate della tennista italiana.
L'uscita dai blocchi della Vinci è perfetta. Roberta ha un attimo apporto dalla prima, direziona così lo scambio, prende rapidamente la rete e si guadagna il 15. Plyskova sostanzialmente nulla nei primi tre giochi in risposta, sballottata sulla riga di fondo, costretta ad un colpo difensivo e poi trafitta inesorabilmente. Ad accentuare il vantaggio azzurro, il passaggio a vuoto al servizio della ragazza di Louny. 30 e velocità di crociera per una Vinci viva. Nel settimo game, però, la Pliskova riesce a proporre una palla più pesante, entra nello scambio, solleva letteralmente dall'erba le mortifere soluzioni della Vinci e recupera la rottura. Un pizzico di fortuna ed è 43. La Vinci, tuttavia, reagisce. Torna al comando, sul 54, e si guadagna, in risposta, una palla set. Profondità e sicurezza, Pliskova si oppone. Si raggiunge così il tie-break. Mini-break azzurro, si sbaglia molto, da ambo i lati. La Vinci non ha le coordinate giuste, la Pliskova commette due doppi falli. 55, 66, poi urlo ceco. 76, a 8 il prolungamento.
Riaffiorano, nella mente della Vinci, dubbi ed interrogativi, il tie-break condiziona il proseguo della sfida, Roberta è come svuotata, si offre alla sua rivale senza proferire verbo. La Pliskova trae forza dalle debolezze altrui, incide col servizio, punisce in risposta. Seconda opportunità, scivola via lo slice della Vinci. 20. Servizio e dritto a griffare l'allungo. La tarantina riesce a muovere il tabellino, ma si procede, come per inerzia, verso il "traguardo". La Pliskova non concede alcun appiglio, il livello del suo tennis è importante, la confidenza è via via più evidente. Non deve nemmeno attendere il turno in battuta, perché la Vinci sprofonda nell'ottavo gioco. Sotto 0-40, annulla il primo match point, poi sparacchia il dritto in corridoio e saluta il prato di Wimbledon. 62.