La decima di Nadal, la delusione, palpabile, di Wawrinka. Parigi incorona Rafa e ripudia Stan, ultimo ostacolo tra il maiorchino e la leggenda. Slam n.15, il decimo sulla terra, oasi di ristoro dopo il ritorno. Una sola sconfitta in rosso, la certezza, per il mondo del tennis, di avere nuovamente il miglior Nadal in campo. Quando un atto conclusivo si estingue rapidamente, senza lasciar spazio al dubbio, è sempre difficile discernere meriti ed errori. Spesso, è la perfetta fusione di due realtà a dare il giusto risultato. Nadal gioca la sua partita, muove Wawrinka, lo costringe ad accettare un tennis diverso, scambi prolungati, più colpi per assicurarsi il punto. Stan, di contro, è troppo passivo, non ricorre al suo arsenale, ben più ricco, per variare lo spartito. Le lancette scandiscono l'ascesa di Nadal e il lento declino di Wawrinka, esitazione fatale se oltre la rete c'è un famelico guerriero. Perde via via fiducia lo svizzero, abbandona il dritto, attende. Terreno perfetto su cui costruire un'impresa, senza eguali. Rapido, chirurgico, letale, Nadal. 62 63 61. 

L'avvio è nell'ordine dei servizi, velocità di crociera per assorbire l'atmosfera da finale, per incamerare i primi dati sul rivale di turno. La tempesta accarezza prima il fronte spagnolo, Wawrinka sale a un passo dalla rottura nel corso del terzo gioco. Lotta di posizione, i due, ancorati a fondocampo, scagliano fendenti, senza concedere all'altro un vantaggio in termini di tempo e spazio. L'urlo di Nadal certifica lo scampato pericolo, è il trampolino da cui Rafa trae forza per spezzare l'equilibrio. Wawrinka denota problemi in uscita dal servizio, perde confidenza col dritto - schiacciandolo più volte in rete - e si salva solo grazie alla battuta - la seconda si conferma di fattura straordinaria - e ad improvvise accelerazioni, sterzate che tramortiscono anche un Nadal particolarmente concentrato. Rafa lavora ai fianchi, apre il campo e, dopo le 4 palle break non concretizzate nel corso del quarto gioco, affonda il colpo sul 32. 0/40, fiuta l'occasione, spedisce al largo Stan e sfrutta l'incrociato dello svizzero per appoggiare un comodo dritto lungolinea. 42, con la firma in battuta a nobilitare l'allungo. Si gioca il tennis del maiorchino, Wawrinka inizia a remare da fondo, pensa un secondo di troppo alla giusta soluzione, non assume il necessario rischio per impedire a Nadal di costruire la sua ragnatela. Errori, interrogativi, capo chino. 62 in 42 minuti. 

Cenni di nervosismo in avvio di secondo. Wawrinka deve pescare dal mazzo del talento per condurre in porto il punto. Lungoriga, incrociato, demi-volée, il tutto rigorosamente di rovescio. Non basta, perché Nadal lo inchioda sulla diagonale, lo costringe a un brusco cambio e tiene il servizio. Stan getta a terra la racchetta, frustrazione naturale. Il break è questione di attimi, Nadal ribalta uno scambio, poi fulmina Wawrinka col dritto in contropiede. Arretra col corpo, ma riesce comunque a caricare la pallina di potenza. Tramonto all'angolo, 0/40. Lo svizzero è in costante difetto, rincorre senza la reale convinzione di poter prendere a sé il match. 20 e successivo 30, tassello sul parziale e sulla partita. Wawrinka sprigiona un briciolo d'orgoglio nel quinto game, quando si aggiudica uno scambio prolungato e sottolinea il tutto con un ululato rabbioso. 15/30, campanello d'allarme e Nadal torna a macinare, martello che via via sgretola il tenue muro elvetico. Rafa risale e manda agli archivi il quarto gioco a suo favore. 41. Il resto è accademia, ovviamente di qualità. Un dritto in corsa di Nadal, con sguardo rivolto alle tribune e frustata a pilotare la pallina giusto all'incrocio delle righe, strappa l'ammirazione e l'applauso di Wawrinka. La ritrovata solidità in battuta non è sufficiente, Rafa è avanti due set a zero. 63. 

La lotta si estingue all'alba del terzo, Wawrinka è lontano, intrappolato dal rovescio di Nadal, alla perenne ricerca di un appiglio per risalire il campo. Semplice rimessa quello dello svizzero, difesa ad oltranza destinata all'insuccesso di fronte al poderoso battito spagnolo. Uncina il dritto Rafa, break a 15, Wawrinka, questa volta, non pronuncia verbo, è l'accettazione della sconfitta. Stupisce la mobilità di Nadal, legge la partita, muove i piedi, è in costante anticipo, anche quando Wawrinka riesce a proporre una risposta di primo livello. A 0, lo spagnolo, tiene pallina alla mano, non c'è alcun calo emotivo, non c'è nessuna apertura. Si procede, a passo spedito, verso l'ennesimo titolo. Wawrinka affronta l'epilogo con grande classe, scioglie le riserve e di fatto permette al pubblico presente di apprezzare un tennis d'élite. Nel quinto gioco, ricamo a rete di Stan, boato del Chatrier, poi l'ennesimo, incredibile, ritorno di Rafa. Doppia rottura, 41. La punizione, severa, si completa nel settimo game. Un rovescio incrociato porta al doppio match point. Il dritto in allungo si spegne in corridoio, la seconda chance è d'oro. Wawrinka azzarda un tocco volante, la pallina si accascia in rete. Nadal cade a terra, mani sul volto. 61.