Riecheggia, nell'aere, il trionfo parigino di una ventenne di successo. Jelena Ostapenko corona il suo sogno, trafigge le certezze - poche - di Simona Halep e, in rimonta, conquista il primo Slam di carriera. L'attesa si sposta ora sulla finale maschile, in programma quest'oggi, sul Chatrier, non prima delle 15. Il "padrone di casa", Rafael Nadal, affronta lo svizzero Stan Wawrinka. Un atto conclusivo che ha in Nadal il logico favorito, in virtù del percorso stagionale su terra - solo una sconfitta, con Thiem a Roma - e della forma mostrata nel labirinto del Roland Garros. Nadal approda alla partita senza concedere un set, esemplificativa la semifinale con il "rampollo" Thiem, reo di averlo tramortito nella capitale. Successo in tre set, perentorio, dopo le iniziali "scaramucce".

Wawrinka è, però, l'unico al momento in grado di rendere incerta la questione. Il braccio dello svizzero tende ad armarsi con l'avvicinarsi dell'appuntamento clou, inoltre, Stan, appare centrato e concentrato come poche altre volte. Piccole sbavature nel suo torneo, splendida la prova di carattere con Murray da 2-1 sotto. Wawrinka non accusa il "peso" di Nadal sul rosso, ha personalità e colpi per mettere all'angolo Rafa. La potenza di Stan può alterare la ragnatela di Nadal, impedire al maiorchino di costruire le sue traiettorie.

I precedenti sorridono allo spagnolo, 15-3 il computo totale, l'ultimo sigillo a Montecarlo lo scorso anno, 61 64. Se si restringe il discorso a questa superficie, siamo 6-1 Nadal, è quindi una supremazia a tutto tondo. Interessante, per mettere pepe alla sfida odierna, sottolineare l'assolo elvetico a Melbourne nel 2014. Anche allora finale slam, sul veloce d'Australia, W Wawrinka in quattro set, a testimonianza della capacità di Stan di spremere il meglio da se stesso e di offrire il meglio nelle situazioni in cui la pressione è a un livello superiore.

Wawrinka è imbattuto - sulla terra - da dieci partite, l'ultimo capitombolo con Isner al Foro. Poi Ginevra e Parigi, prima di Rafa, ultimo ostacolo verso il suo personale capolavoro. La decima finale di Nadal, lo spauracchio Wawrinka, l'eleganza intatta della Francia sullo sfondo. Parola al campo.