Andre Agassi è certamente una delle persone più interessanti che abbiano calcato il palcoscenico internazionale del tennis e da una settimana è al fianco di Novak Djokovic. Lo statunitense ha accettato la richiesta del serbo di allenarlo per lo slam francese, ma la collaborazione resta abbastanza particolare perché Agassi dovrebbe tornare in America il 4 Giugno a causa di impegni inderogabili. Tuttavia, in un'intervista alla Gazzetta dello Sport non nega un possibile rinnovo di questa strana coppia anche a Wimbledon, il primo slam vinto dall'americano.
L'ex numero uno racconta alla rosea di vedere già dei primi miglioramenti nel gioco di Djokovic e quindi di non stupirsi se già in questo torneo arriverà molto avanti: "Ho notato i primi effetti della collaborazione due giorni fa. Ho apprezzato la differenza tra il primo match e il successivo. Tra un allenamento e l’altro. C’è un processo completo da portare a termine, non troppo veloce, ma ogni giorno va meglio". E' proprio l'ultima frase a destare curiosità, perché la collaborazione tra questi due fantastici interpreti del tennis sarebbe dovuta durare solo il tempo delle due settimane francesi, ma a sorpresa Agassi non chiude le porte in vista di Wimbledon, anche se mette in chiaro che difficilmente potrà mai essere un coach vero e proprio: "Se mi vorrà e se la cosa è realizzabile, darò il 100% per compiere questo sforzo. Qui l’ho allenato perché era nei miei programmi venire qui. Dovrò andarmene e sa che col mio ritmo di vita non posso essere un coach a tempo pieno, ma sono certo di poterlo aiutare".
A fargli accettare l'offerta, dopo un iniziale rifiuto, è stata sua moglie, Steffi Graf, ma anche "il desiderio di essere utile". I primi contatti tra Agassi e Nole sono avvenuti in via telefonica, ma come precisa l'uomo di Las Vegas, "nulla è come vedersi di persona. Ho avuto modo di passare gli ultimi 89 giorni al suo fianco, ho dovuto imparare molte cose. Io, non lui. Perché gli insegnamenti servano, prima occorre che sia il maestro a imparare". In questi pochi giorni assieme, Agassi ha già capito cosa serve al Djoker: "Tre cose: ispirazione, informazione e applicazione". E molte poche persone sanno di applicazione più dell'americano.
Agassi si mostra anche convinto delle possibilità del serbo: "Ce la farà, lo merita. E lo merita perché è un uomo di buona volontà. Dico di più: è il tennis che se lo merita, perché Novak è uno dei più grandi di sempre. Riportarlo al livello più alto è importante per me personalmente. Ma lo faccio per il tennis, prima ancora che per lui". L'americano è altrettanto sicuro che ciò che è capitato a Djokovic, che dopo la vittoria al Roland Garros dello scorso anno non è più stato lo stesso: "Per me è ovvio che ciò che gli è successo abbia poco a che fare col tennis. Novak deve andare dove troverà se stesso, non ha bisogno d’altro. Sa giocare, deve solo cercare una nuova via. Il tempo cambia, si diventa più vecchi, le domande sono diverse e vanno più in profondità. Deve trovare le sue risposte, capire come tirar fuori il meglio da questa parte della sua vita", detto da uno che di dubbi esistenziali ne ha avuti moltissimi.
In questo giorni, con Agassi e Djokovic, si sta allenando anche Fabio Fognini, a cui lo statunitense dedica un pensiero: "Fabio è una persona stupenda, abbiamo passato del tempo insieme quando si è allenato con Novak. Quando lo vedo, io sorrido, è un uomo simpatico. È uno che sente in modo profondo, quando gioca è a contatto con la passione. Non studio le sue partite ma ora forse lo farò, perché Novak potrebbe affrontarlo".
Chiusura sulla Next Gen, in cui Agassi aveva individuato le stelle in Alexander Zverev e Nick Kyrgios, probabilmente quello più simile a lui come approccio al tennis: "Kyrgios ha un talento che parla per lui, ma deve gestirlo, perché altrimenti si ritrova in gabbia o sulle stelle senza rendersene conto. Sascha è stato sfortunato nell’accoppiamento con Verdasco, un ragazzo può anche soffrire contro uno esperto in un torneo sui 5 set".