A 35 anni, Roger Federer è il secondo tennista più anziano della storia del circuito Atp a raggiungere una finale in un torneo dello Slam. Lo svizzero c'è riuscito superando oggi in semifinale agli Australian Open il connazionale Stan Wawrinka, in un match durissimo, conclusosi al quinto set dopo oltre tre ore di gioco. Per Federer si tratta di un risultato inatteso, se si considerano gli ultimi sei mesi di inattività, e di un'occasione importante per raggiungere il suo diciottesimo titolo in un Major. La sfida con Wawrinka ha lasciato però in eredità al fuoriclasse svizzero un fastidio muscolare all'inguine, che lo ha costretto a chiedere il medical time-out prima del set decisivo: "Ho avvertito un indurimento per tutta la durata della partita, mi ha un po' condizionato. Speravo che il fisioterapista potesse farci qualcosa, ma non è stato questo il caso. Comunque non voglio preoccuparmi troppo, se dovessi fare una previsione oggi, direi che non mi influenzerà nella finale di domenica".
Federer spiega come ha vissuto gli alti e bassi di un incontro dominato per due set e poi messo in discussione nei restanti tre: "E' stato un match difficile, come sempre contro Stan. Sono soddisfatto del mio inizio, è stato molto importante partire bene. Nei primi due set mi sono costruito un buon vantaggio che mi è servito poi nel finale, mentre dal quarto parziale in poi Stan ha cominciato a prendere il sopravvento da fondo campo. Io sono calato, e il mio servizio oggi non è stato all'altezza. Forse mi sono rilassato troppo nel terzo set, ma è anche vero che Stan mi ha messo molta pressione addosso. La partita si stava mettendo nel verso sbagliato, e al quinto sapevo di dover ritrovare energia e intensità, giocare in maniera più aggressiva, colpire prima la palla, credere in me stesso e non cacciarmi nei guai da solo. E' stata dura, lui mi ha concesso un break fondamentale, e da lì non mi sono più guardato indietro. Quindi sono molto soddisfatto del mio atteggiamento durante il quinto set. Ed è questo il motivo per cui lo scorso anno ho chiuso la stagione in anticipo. Non stavo bene, avevo troppi problemi, non sarei riuscito a battere dei top ten. Avevo raggiunto il limite, non potevo andare oltre. Contro giocatori di questo livello si può vincere una volta, non di più, se non sei al top della forma, perchè non ti senti libero fisicamente e mentalmente. Direi che è stato questo il ragionamento che abbiamo fatto io e Rafa: ci siamo detti che era abbastanza, che era il momento di tornare al 100%, per divertirci ancora e per giocare ad alti livelli. Non ho preso quella decisione per riorganizzare il mio tennis o la mia vita, ma solo per tornare in forma, e ora sono contento di quanto fatto in questi dieci giorni".
Diverse le domande rivolte al fuoriclasse elvetico su una possibile finale proprio con Rafa Nadal. Una finale che tutto il mondo del tennis aspetta. Federer ne è consapevole: "Immagino che in molti pensino che per me sarebbe più facile vincere contro Grigor, ma francamente non mi interessa. Sono in finale, ora conta vincere: avrò una grande chance domenica, e sarà speciale indipendentemente da chi ci sarà dall'altra parte della rete. Sarà una sfida con un giocatore a caccia del suo primo Slam, altrimenti sarà un'altra battaglia epica con Rafa. Ovviamente mi rendo conto della risonanza che avrebbe una finale con Nadal. Credo che il mio bilancio delle sfide con Rafa sia condizionato da molti match che ho perso contro di lui sulla terra rossa. Probabilmente ho perso anche la finale di Wimbledon 2008 per questo motivo, perchè poche settimane prima mi aveva battuto nettamente al Roland Garros. Quella finale di Wimbledon è stata simile alla partita di oggi, solo che all'epoca non lottai come fatto oggi. Penso fosse l'effetto della sconfitta di Parigi. Spesso con Rafa è stata una questione mentale, ma ora è diverso: è trascorso molto tempo e questi campi mi consentono di giocare un tennis differente rispetto a quello su terra battuta. L'ultima volta che ho giocato contro Rafa è stato a Basilea nel 2015, e ho vinto, ma non penserò a quella partita. Sono ancora lontanissimo dall'alzare il trofeo, ma sono pronto a tutto, lascerò tutto ciò che ho sul campo, poi mi prenderò un po' di relax. Finora il mio ritorno è andato molto meglio di quanto pensassi. Ed è ciò che mi sono detto nel quinto set, cioè di rilassarmi, perchè le cose erano già andate alla grande, quindi di lasciar andare la racchetta e vedere cosa sarebbe successo. Sarà lo stesso approccio mentale che dovrò avere in finale. Come se non avessi nulla da perdere: finora ha funzionato, quindi perchè non continuare così?"
Due parole anche sull'altro possibile finalista, il bulgaro Grigor Dimitrov: "Contro di lui non ho mai perso, ma questo non mi garantisce un bel niente. Rispetto a un anno fa, quando riuscii a batterlo qui e a Brisbane, è un giocatore totalmente diverso. Ha fiducia, ha lavorato tantissimo per arrivare fin qui. Ha una chance con Rafa, e se vincerà, l'avrà anche contro di me. Sta giocando molto bene, devo dire che gli ho anche dato dei consigli lo scorso anno, perchè era venuto a chiedermeli. Aveva un po' di problemi, abbiamo avuto una conversazione normale, sono felice che abbia rimesso le cose a posto. Sul campo sa fare tante cose diverse, non ce ne sono molti come lui. A un primo impatto potrebbe somigliare a me, ma anche a me dicevano che somigliavo a Pete Sampras. Eppure io ho sempre risposto che non ero Pete: lo stesso discorso vale per Grigor, ognuno ha la sua identità".