Si avvicina a grandi passi la finale di Davis, in programma, tra il 25 e il 27 novembre, a Zagabria, sul veloce indoor. Si affrontano i padroni di casa della Croazia e l'Argentina, in un classico della racchetta. Quarto confronto tra le due nazionali, con la formazione sudamericana in vantaggio per 3-0. Due contese in equilibrio - tra il 2002 e il 2006 - poi un assolo argentino quattro anni fa, cappotto nei quarti. 

Nei giorni scorsi, la scelta degli effettivi per l'ultimo atto della competizione. Krajan - allenatore croato - poggia le sue fortune su Marin Cilic. Le due sconfitte alle Finals - con annessa eliminazione nel round robin - non sbiadiscono un finale in crescendo, con Cilic in grado di avvicinarsi ai primi al mondo. Alle spalle di Cilic, un frullato di esperienza ed entusiasmo. Ivo Karlovic, a dispetto dell'età avanzata, garantisce ancora, su una superficie rapida, ottimi riscontri. La semifinale a Vienna nobilita l'assunto. Un passo indietro Coric - il più giovane del lotto - fermo dal duello di Davis con Gasquet e Dodig, fuori nelle fasi di qualificazione a Basilea. 

Foto: Davis Cup/Twitter
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L'Argentina sbarca invece a Zagabria con un pieno di fiducia. L'impresa con la Gran Bretagna di Murray - stoico Del Potro - apre a possibili scenari di gloria. Orsanic punta sulla leadership di Delpo, sulla rinnovata condizione del ragazzone di Tandil. Dopo il capolavoro con Sir Murray, il titolo a Stoccolma e i quarti a Basilea - resa al cospetto di Nishikori - una ritrovata continuità ad alto livello. Del Potro guida un quartetto privo di individualità di spicco, ma in grado di difendersi ovunque con forza. Gruppo e coesione, questi i principi di base. Delbonis  - out a Basilea con Muller e prima ad Anversa con Seppi - non vive il miglior momento di stagione, come Pella. Leo Mayer, invece, affina la condizione a Brescia, nel Challenger italiano. 

Equilibrio ed incertezza, clima da finale, le emozioni della Davis ad alterare il naturale equilibrio. Spazio a Croazia ed Argentina. 

Foto: Davis Cup/Twitter
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