Una manciata di giorni e sarà Wimbledon. Il torneo per eccellenza aprirà i battenti il 28 Giugno e nel cuore degli appassionati si tornerà ad assaporare la regalità, le geometrie e la magia del trofeo, probabilmente, più apprezzato ed affascinante fra tutti.
I favoriti
Novak Djokovic
Il serbo è, ovviamente, il favorito principale senza se e senza ma. Sulla carta le possibilità di vincere sono estremamente alte e solo una giornata positiva degli altri due componenti del circolo "Big Three" potrebbe arginare lo strapotere mentale e fisico della macchina di Belgrado. Novak, inoltre, con la vittoria in Francia ha colmato il suo grande vuoto chiamato Roland Garros, scacciando gli ultimi fantasmi che aleggiavano sulla terra rossa del Philippe Chiatrier. Dopo il Career Slam, il salto di qualità valido per l'isrizione tra le leggende si chiama Grand Slam ed il torneo parigino sarebbe il terzo tassello prima di volare negli States. Ma Djoker non è invincibile come si potrtebbe pensare ed evincere leggendo sopra. Anzi il tempio britannico è, senza ombra di dubbio, il luogo perfetto dove i difetti affiorano e possono essere più facilmente bersagliati. Essendo un giocatore che si esalta particolarmente sul cemento vista la sua peculiarità di giocare da fondo, bersagliando gli avversari; l'erba che richiama a gran voce il talento, potrebbe creare qualche crepa nel gioco di Djokovic. Sempre l'uomo da battere ma sarà quantomeno più vulnerabile
Andy Murray
L'attuale N°2 della classifica ATP si presenta a Wimbledon con tante certezze e con la speranza di ripetere la cavalcata trionfale del 2012 (olimpiadi) e del 2013. Dopo aver scritto la storia al Queen's, Andy vuole incidere anche sui campi dell' "All England Club". Obiettivo non facile ma raggiungibile, perchè il britannico è determinato ad alzare una volta per tutte l'asticella del proprio gioco. Pronto a decollare sotto l'ala protettrice di Ivan Lendl, il tennista scozzese deve essere bravo ed astuto a poggiare sulla tanto cara prima di servizio, utile per aprirsi il gioco nei momenti di appannamento. Inoltre deve sfruttare al massimo la migliore capacità di copertura e movimento nei pressi della rete, poichè potrebbe rilevarsi la chiave di volta per creare scompigli a Nole che a volte pecca in questo campo. Si può fare, ma zero sbagli e solo tennis di alto livello.
Roger Federer
Dulcis in fundo, ecco il campionissimo svizzero. Stagione strana quanto unica, al di sotto nettamente dei suoi standard. A fermarlo, più volte, la solita pungente e fastidiosa schiena che ha relegato Federer ai box dopo la semifinale degli Australian Open. Apparizioni quà e là senza mai convincere, distanti dal suo tennis strabiliante e magico. Tornato stabilmente nel circuito per affrontare la stagione su erba, Roger ha mostrato netti miglioramenti sotto il punto di vista fisico, ma il ritmo gara ed alcuni colpi sono ancora in fase di rodaggio. Quest'anno più che mai diventa difficile centrare il colpo Slam, ma Wimbledon ha quel che di unico che potrebbe incredibilmente mutare il nativo di Basilea nella sua migliore versione, all'improvviso. E sarebbe un toccasana per ogni vero appassionato di tennis, considerando che il torneo britannico porta il gioco di Federer a vette altissime. Colpi come il dritto in chop sono da tutelare e chiunque spera di rivederli in quel di Londra. La racchetta c'è, basta accordarla bene per farle suonare l'ottava sinfonia.
Le sorprese
Sulla carta, una vera e propria mina vagante in grado di scompigliare i piani dei primi tre della classe non c'è. Wawrinka è forse colui che si avvicina di più a loro, dato che qui potrà far cantare il suo rovescio lungolinea ed avrà la possibilità di variare il gioco. Sotto a lui, personalmente, metterei i signori dell'erba come Nicolas Mahut o Florian Mayer. Questi tennisti, molto tecnici e poco tattici, vivono per esprimere il gioco a loro più congeniale sulla suferficie perfetta e potrebbero far sudare, con continue accelerazioni, i favoriti. Annotazione per Juan Martin Del Potro: il cuore ci sarà, speriamo di rivedere al più presto il suo tennis che ci fece così tanto innamorare.