Roger Federer si muove, agile, ai due lati del campo, passi brevi, continui, un incedere martellante, eppur lieve. Ogni movimento è colorato di eterna bellezza, ogni gesto esprime eleganza. Berdych, dall'altra parte, osserva il suo avversario, con fare interrogativo. Lo sguardo racconta le emozioni, gli occhi urlano un senso di impotenza. Rassegnazione e stupore, per l'ennesima volta. Federer passa in tre - 76 62 64 - e approda in semifinale a Melbourne, alza le braccia al cielo, quasi a stringere a sè l'ovazione del pubblico presente. Recita, l'ennesima, da incastonare nel libro dei ricordi, in attesa di un ritiro oggi lontano. 

Il primo sprazzo pomeridiano - Federer-Berdych è il primo incontro al maschile, dopo il doppio appuntamento al femminile sulla Rod Laver Arena - è del ceco. Federer perde il servizio e concede la ribalta a Tomas. Terzo gioco, set d'apertura, 21 Berdych. Il ritorno immediato di Roger lancia un monito, lo svizzero cambia passo quando sente avvicinarsi il rivale, alza l'asticella quando la partita vive i suoi momenti di maggior equilibrio. La distanza, tra Federer e Berdych, è proprio qui. Berdych non trova la risposta attesa dalla prima, Federer illumina il tie-break e piazza la spallata. 7 punti a 4, il colpo che indirizza la partita, perché Berdych non può condurre gara di rincorsa, specie contro un avversario superiore. 

Il break in apertura di secondo certifica il momento. Federer è incredibilmente pronto, appare sempre al posto giusto, sempre centrato. 20 e pressione continua sul ceco. Piedi àncorati alla riga di fondo, Roger accetta l'errore - isolato - ma non arretra, colpisce di controbalzo, toglie tempo e fiato a Berdych, la velocità di pensiero si accoppia a un braccio armato che si infila in campo altrui senza sosta. Berdych ha un piccolo ritorno nel quarto gioco. Sale 0-30, si costruisce una chance. Federer è magnifico. Il quinto punto è da antologia. 17 colpi, uno scambio di bordate, la chiusura, in allungo, dello svizzero con un angolo clamoroso di dritto. La seconda rottura nel settimo game. Federer, con intelligenza, sfrutta la scarsa confidenza a rete di Berdych, chiama il ceco nei pressi del net e passa. Il ritmo di Roger porta fuorigiri Tomas, che deraglia e si concede. 52, poi 62. 

Berdych regala qualche momento di "tensione" nel corso del terzo. Anche qui - come in occasione del primo parziale - guadagna vantaggio, con una splendida accelerazione di rovescio che sorprende Federer, ma per la seconda volta subisce l'immediato contro-break. Roger risponde profondo, Berdych non riesce a organizzarsi e poi capitola, con un rovescio comodo a metà campo che si spegne in rete. Sulla palla break, doppio fallo che la dice lunga sulla tenuta di Tomas. Le variazioni continue del Re mandano in confusione Berdych, tramortito poco dopo a un passo dal nuovo allungo. Il ceco coglie un rilassamento di Roger per salire 32 15-40, ma la risposta di Federer è a cinque stelle. Prima e ace per impattare, passante alto incrociato per stoppare le voglie di Berdych. 33. Il break che di fatto chiude la partita arriva nel nono gioco. Due pennellate di Federer - dritto lungoriga e dritto inside/out - pongono Berdych spalle al muro. Risposta e 0-40. Berdych ritrova il servizio e gode di un favore di Federer per raggiungere la parità. Il gioco si trascina a lungo, ma l'ultima parola è di Roger. Accelerazione di rovescio, al termine di uno scambio di spada e di fioretto, poi errore di Berdych, 54. L'ultimo sigillo col servizio. Contropiede, servizio e dritto, servizio e volèe alta di rovescio, volèe e smash. Un'esecuzione, una raffinata lezione.