Non inganni il 6-1 del secondo set: per piegare la giovane russa Margarita Gasparyan, 20 anni e caselle 113 del ranking WTA e ancora a secco di vittorie nel circuito maggiore femminile, Serena Williams ha dovuto sudare le proverbiali sette camicie, perlomeno nel primo set, chiuso in un tempo (48 minuti) poco lontano da quello che, nelle sue migliori esibizioni, le servivano per spazzare via la malcapitata di turno.
Quello che per lei doveva essere un esordio morbido per cercare poi la scalata al suo sesto Wimbledon, si tramuta subito in una pratica più complicata del previsto: perchè la giovane Margarita si ribella fin da subito al ruolo di vittima sacrificale e attacca la Regina senza troppi timori, mettendola in difficoltà con un ottimo tennis fatto di gioco aggressivo con tanto di bellissimo rovescio a una mano sola, di colpi in accosciata che tanto ricordano Aga Radwanska, e di tanto tanto cuore, lotta e sacrificio su ogni pallina. Marchio di fabbrica di Maria Sharapova e di tutte le giocatrici russe. Di suo, Serena, ci ha aggiunto un avvio contratto, che l'ha vista in poco tempo subire il break immediatamente in avvio e finire sotto 0-2.
Ci mette poco però, la Donna dei 20 slam, a rientrare in partita: assestata la battuta (servizio tenuto a 0 nel terzo game) e prese le misure di campo e avversaria, Serena ha cominciato a far piovere dalle bande della russa i suoi proverbiali scaldabagni e risalire la china, anche se nel quinto game ha rischiato di finire sotto 4-1 e 4-2 in quello successivo. La classe e l'essere maggiormente avvezza a questo tipo di partite, poi, si sono rivelate alleate decisive per la vittoria finale di Serena, che chiude il primo set in 48' sul 6-4.
Diversa la musica nella seconda frazione, con la Williams che prende subito il comando delle operazioni e lascia poco spazio alle iniziative dell'avversaria. Che dal canto suo, pur avendo capito che la sua sorte era pressoché segnata, ha continuato a dare battaglia, esibendosi anche in un lungo linea laserguidato che ha strappato l'applauso della Williams. Ma ormai era troppo tardi e la partita aveva già preso una direzione ben precisa.
Per la Williams ora c'è la magiara Timea Babos, per la Gasparyan la pur magra consolazione di aver messo in difficoltà una delle più forti tenniste di sempre su un palcoscenico prestigioso come il Campo 1 di Wimbledon.