Novak Djokovic si avvicina a Stanislas Wawrinka, l'abbraccio al centro del campo è sincero, come il sorriso abbozzato da Nole. La delusione, enorme, lascia spazio all'apprezzamento del rivale, perché Djokovic sa che non è possibile fermare questo Wawrinka.
Poco dopo, durante la premiazione, un altro Djokovic, visibilmente commosso, osannato dal Philippe Chatrier, che già nel corso del match si muove per spingere il n.1, intonando a più riprese il coro "Nole Nole", quasi a voler svegliare il serbo per godere di un ulteriore set. Alle lacrime che rigano il volto di Nole, si accompagna un boato sempre più prepotente, è l'omaggio al giocatore più forte, se non oggi, di certo nel recente periodo.
Il lato umano di Nole piace e convince, perché stempera quella fama da robot arricchita dalle prestazioni in campo. Djokovic, una macchina, prova emozioni e non esita a cedere al crescendo del momento.
Wawrinka incassa i complimenti e omaggia il rivale, annunciando il futuro successo di Djokovic a Parigi, una speranza di molti appassionati, perché Nole merita l'ultimo sigillo, l'ultimo torneo che manca per completare il cerchio Slam.
"Una giornata perfetta", "La partita perfetta", Wawrinka trova il suo apice nel momento più importante, picchia dal primo all'ultimo punto, serve oltre il 65% di prime, mette a referto 60 vincenti, il doppio di Djokovic.
Il salto, in termini di maturità, arriva nel quarto set, quando Djokovic, di nervi, coglie il passaggio a vuoto di Stan e sale 3-0. Wawrinka ritrova subito il giusto tennis, spinge, nuovamente. Controbreak, sfiancando Djokovic e poi scatto secco sul 4-4. La pressione aumenta, quando Wawrinka si porta a servire per la partita. Il braccio non trema, il secondo match point porta in dote il titolo, a chiudere un rovescio paradisiaco, il miglior colpo di Wawrinka griffa la partita più bella.
Wawrinka - Djokovic 46 64 63 64