Roger Federer e Novak Djokovic, il nuovo ritornello ha il sapore, elegante, dell'antico. Passano i tornei, scorrono le immagini, ma resta quel gusto di unicità ad accompagnare ogni sfida tra Federer e Djokovic. Indian Wells, un anno dopo, riabbraccia volti noti, concede a Federer la rivincita, dopo la sconfitta al tie-break del terzo lo scorso anno. Permette a Djokovic di cancellare le occasioni lasciate a Dubai, offre, a chi guarda, l'ennesima giornata da leccarsi i baffi. Il Tennis si eleva al suo meglio, il miglior giocatore d'attacco, il maestro della rete, Federer, opposto al miglior ribattitore del circuito, Djokovic. Il numero uno contro il numero due, sempllice quanto efficace fotografia della sfida. 

Possibile inventarsi qualcosa di nuovo? Forse no, perché 37 incontri sono una vita con la racchetta, dal primo Federer - Djokovic a quello odierno, una carrellata che assume i contorni di un'onda travolgente, che è un film che racconta l'evoluzione, i cambiamenti, le scelte dei due giganti. Il dominio non è scalfito dal tempo e se Djokovic può puntare ad allungare la sua mano ancora per anni sul circuito, Federer è un caso a sè. Capace di rinascere, forgiato dalla mente di Edberg, ora al passo con l'età, pronto a strizzare l'occhio al tempo. Il vecchietto arzillo che insinua il tarlo del dubbio al leader indiscusso. 

Pochi punti, si gioca lì la disfida numero 38, non potrebbe essere altrimenti. Cogliere l'occasione, aprire la porta socchiusa dal momento. In semifinale, due prove di forza, due dimostrazioni che segnano la distanza tra chi insegue e chi guida. Federer, di fronte a Raonic, è tranquillo, gioca con intelligenza, non può pensare di dilagare, deve attendere il passaggio a vuoto del canadese e lì mettere la firma. Nel primo set assaggia il terreno, fino al 5-5, quando colpisce e rompe la partita, poi scappa subito nel secondo, un uno-due che mette Raonic al tappeto, ancora una volta. 

Djokovic è addirittura perfetto. Annebbia la mente di Murray, coglie i regali del britannico, estremamente falloso, si prende un ampio vantaggio in apertura di set, e entra a piacimento con la risposta, mentre Murray, nervoso, litiga con la prima di servizio. 

Nessuno osa concedere un set, un cammino che racconta di una disarmante facilità. "La finale con Djokovic è quello che desideravo", dice Federer, "quando giochi con Federer sai che devi giocare il tuo miglior tennis se vuoi vincere", il sibilo che giunge dall'angolo serbo.

Federer - Djokovic, il tempo si ferma, gli amanti della racchetta ringraziano.

Djokovic - Murray 62 63

Federer - Raonic 75 64