Abbiamo perso, come con la Francia, in Fed Cup, rimontati e battuti, questa volta perfino osteggiati, perché i giudici di linea indossano per tre giorni abiti di casa e la partita, se non scorresse sul filo della tensione, potrebbe tranquillamente assumere i connotati del film comico. Le palle azzurre si spostano sempre un più in là, oltre la linea, solo il falco restituisce imparzialità alla gara sull'indoor di Astana. Perdiamo la testa, disturbati da decisioni e chiamate fuor di logica, protestiamo e lasciamo energie decisive. Non basta a spiegare il doppio stop in singolare dell'ultima giornata, ma occorre mettere puntini importanti su quanto visto, una cosa che sfora la legge dell'equità, cara al mondo della racchetta.
Poi c'è il resto, e sono note dolenti. Seppi preso a pallate da Kukushkin, di testa, di gambe, di idee. Chiude Fognini, non Bolelli, e lo fa contro Nedovyesov, non con Golubev. Cambia tutto, insomma. In cinque set lasciamo la ghiotta possibilità di approdare ai quarti, ci trasciniamo da soli nel fango della lotta. Dritto e servizio, il repertorio di Nedovyesov è tutto qui, ma sul cemento può far male. Il tie-break del primo set porta le prime nubi, ma Fognini ne esce di talento. Vince il secondo, strappando finalmente la battuta al suo avversario, lo fa resistendo alle bordate kazake, indovinando rovesci di rara bellezza, cogliendo i passaggi a vuoto di un avversario modesto.
Nel terzo è sempre Italia. Varia Fognini e Nedovyesov è sballottato di qua e di là, due doppi falli, tanta incertezza. Non basta il pubblico, non basta il sostegno dell'angolo, pienamente in partita. Fognini difende il break, lo porta in salvo fino al 64. Qui forse crediamo di aver spento il fuoco kazako, ma non è un Fognini di lusso. Le gambe cedono, le energie sono al lumicino e occorre alzare il piede dall'acceleratore e la sberla che arriva è devastante. Break a zero, Nedovyesov torna a ruggire. Il quarto set è una rincorsa senza fine, senza esito.
Il quinto è un territorio diverso, non conta la classifica, non conta il rango, entrano in gioco coordinate emozionali che vanno oltre repertorio e carniere. Fognini è fermo, passivo, Nedovyesov sale sul carro della partita, si prende due break, annulla quattro occasioni di rottura, con il dritto spazza il campo e Fognini diventa piccolo, silenzioso. Poi, con l'aiuto nemico, la partita si riapre. Fognini si vede recapitare regali inattesi, si avvicina, addirittura mette la freccia, sul 4-5, ma non basta. Nemmeno questa volta abbiamo la forza per prenderci quel che il pronostico ci attribuisce di diritto. Disastroso l'undicesimo gioco, quello che porta Nedovyesov a servire per la partita. Vince il Kazakistan si aprono i processi in casa Italia.
Nedovyesov - Fognini 76 36 46 63 75