Fabio Fognini e Simone Bolelli si abbracciano, con la racchetta ancora in mano e la pallina che scivola lentamente fuori dal campo. Il sorriso di Bolelli si apre, assumendo enormi dimensioni, assomiglia a un'esplosione di felicità, racconta di un'impresa, di un capolavoro. Quello di Fognini è più stralunato, Fabio è più abituato alle grandi partite, ma anche lui è sciolto dal momento, dall'occasione. La Rod Laver Arena ospita due azzurri in una finale Slam, l'Australian Open, per la prima volta, si tinge d'azzurro. Un duello storico, Italia - Francia, nello sport una consuetudine. Vinciamo noi ed è bellissimo, torniamo ad alzare un trofeo di questa importanza dopo l'assolo individuale di Panatta al Roland Garros del '76. Per trovare un successo simile in doppio bisogna tornare addirittura a Pietrangeli - Sirola, Parigi '59. Al maschile, una rarità. Qui non abbiamo coppie affiatate sul filone di Errani e Vinci, e il doppio, ancor più che al femminile, è visto quasi come un inciampo. Non oggi, non in Australia. Ora c'è solo il tricolore e a perdere, come sempre, sono gli assenti, quelli che il doppio han scelto di snobbarlo. I grandi della specialità, dai fratelli Bryan in giù, fuori da tempo. Un torneo strano, ricco di sorprese, due azzurri in crescendo, fino al boato, alla storia.
Bastano due set per scolorire la Francia e appendere a Melbourne la bandiera italiana. Fognini sfoggia la sua versione migliore, gioca a un livello assoluto ed è il suo tennis, fatto di classe e improvvisazione, a spianare la strada agli azzurri. La ritrovata solidità di Bolelli aiuta Fognini, più tranquillo con al fianco il compagno. I due si aiutano, si completano, si fondono, in un'unica cosa. La Francia scappa presto, prende un break di vantaggio e si porta sul 3-1. L'attimo di paura è spazzato via da due capolavori di Fabio. Un lob accarezzato, un rovescio pregevole, controbreak, si riparte. Le maggiori occasioni transalpine sono concentrate qui, ma l'Italia non cade più. Herbert sparacchia, Bolelli salva la palla break nell'unico attimo di follia di Fognini. Doppio fallo, urla, solo un frammento in una partita perfetta. Un dritto di Fognini apre il gioco numero nove, quello del secondo break azzurro, preludio del 64.
L'Italia serve meglio, con la prima in campo raccoglie tanto, mentre non sempre Herbert e Mahut risultano impeccabili. La polemica di inizio secondo set, con punto contestato assegnato alla coppia francese, non destabilizza gli azzurri. Bolelli e Fognini trasformano tutto in energia positiva, stuzzicano gli avversari in risposta, non concretizzano due palle break, ma conducono la partita e il momento di svolta è ancora una volta quello di maggiore pressione. Fognini disegna la risposta e il duo azzurro può servire ancora per il set e questa volta anche per il match. Non trema il polso di Bolelli, l'Italia, per un giorno, guida il mondo della racchetta.