Caroline Wozniacki, o l'elogio della serenità. Libera dall'ossessione di dover vincere a tutti i costi un torneo Slam - come quando era la capolista del ranking WTA - ma soprattutto libera mentalmente dopo la turbolenza sentimentale provocata dalla rottura con Rory McIllroy, la giocatrice danese sembra aver ritrovato sui campi di Flushing Meadows l'ispirazione giusta per giocare a tennis.
Ne fa - ahinoi - le spese Sara Errani, travolta in poco più di un'ora di gioco con il punteggio di 6-0/6-1. Un risveglio brusco per la nostra tennista, di fatto mai in partita sebbene il punteggio sia, soprattutto per quanto fatto vedere nel secondo set, decisamente troppo severo. Perchè Sara lotta e prova a mandare in tilt l'avversaria, che dal canto suo mette subito la partita sul piano di un ritmo infernale che schianta subito le velleità e le illusioni dell'azzurra. Già illusioni, perchè il primo game del match rischia già di diventare complicato per la Wozniacki che, al servizio, si trova sotto 0-40. Ne nasce una furiosa lotta di quasi sei minuti, durante la quale Caroline annulla quattro palle break e poi mette la freccia, dando inizio al suo monologo che si chiude con il punto che sancisce il 6-0.
Nel secondo set, è ancora la Errani a partire forte. Questa volta riesce anche a ottenerlo il break nel primo game. Ma è un fuoco di paglia. Perchè la Wozniacki 2.0 è una macchina da tennis, alimentata dalla rabbia per la vile ritirata dell'ex fidanzato golfista a un passo dall'altare che finalmente viene convogliata nel senso giusto. Caroline corre, picchia e recupera tutto quello che Sara le manda dalle sue parti. Fresca come una rosa e con il sorriso di chi sembra aver ritrovato finalmente la spensieratezza e il divertimento nel tenere in mano una racchetta da tennis. L'immediato contro-break e la conseguente fuga verso la vittoria non potevano che essere la naturale conseguenza, mentre a Sara Errani non resta che constare di aver subito una dura lezione. Senza però tralasciare il lato positivo di questa esperienza americana: «Mi ha dato una lezione, ma è stato un torneo positivo, ho ritrovato buone sensazioni», ha dichiarato Sara a fine partita.
Nella sessione pomeridiana - tardo pomeriggio italiano - si era invece giocata l'altra partita valida per i quarti di finale, quella che vedeva opposte la cinese Shuai Peng alla svizzera Belinda Bencic. È stata proprio l'asiatica a spuntarla, con un netto e inequivocabile 6-2, 6-1. Resta, per la diciassettenne di Flawill, l'ottimo torneo, condito dagli scalpi eccellenti di Angelique Kerber e Jelena Jankovic. Ma soprattutto, resta l'ennesima dimostrazione che le belle parole che si dicono di lei sono rispondenti a verità.