Una, nessuna centomila. Mai US Open potrebbe essere pirandelliano come l'edizione che sta per scattare a New York a partire dal prossimo 25 agosto. Incertezza sembra essere la parola d'ordine che aleggia sul cielo di Flushing Meadows, perlomeno stando alle indicazioni arrivate da queste tre settimane di sfide roventi sul cemento americano. Stanford, Montreal, Cincinnati e New Heaven hanno offerto vari spunti e chiavi di lettura che rendono assai difficile un pronostico secco sulla vincitrice dell'edizione 2014 dello Us Open.
Serena un passo avanti - Serena Williams rimane comunque un approdo sicuro per chi volesse investire qualche dollaro in scommesse. Ma con le dovute precauzioni, perchè la fuoriclasse di Compton non sembra più la schiacciasassi delle passate stagioni. Anzi, è mancata proprio nei tornei dello Slam: le eliminazioni precoci rimediata tanto a Melbourne quanto a Parigi e Wimbledon sembravano aver scalfito qualche certezza nella granitica numero 1 al mondo. La quale, non appena è tornata a calcare il cemento americano, è sembrata ritrovare le energie dei bei tempi, centrando due vittorie (Stanford e Cincinnati) e una semifinale (Montreal). Ora non resta che attendere l'esame di New York: il titolo slam numero 18 è lì, a un tiro di schioppo. In mezzo però, un tabellone intricato, che ha in Taylor Townsend il primo ostacolo per poi aggrovigliarsi in un sentiero dove stazionano, pronte a imboscate, clienti del calibro di Ana Ivanovic, Samantha Stosur (che a Cincinnati ha dato battaglia) o Carla Suarez Navarro.
I punti di domanda - Giusto per fare qualche nome: Simona Halep, Agnieszka Radwanska, Petra Kvitova, Eugenie Bouchard, Caroline Wozniacki, Victoria Azarenka, Venus Williams. Sono alcune delle protagoniste sulle quali aleggiano dubbi e domande. La romena, numero 2 al mondo, deve dimostrare di saper reggere la pressione e le aspettative di una stagione sin qui ottima. Stesso discorso vale per Eugenie Bouchard, che arriva a New York al termine di una campagna americana tutt'altro che esaltante: fuori al primo turno tanto a Montreal quanto a Cincinnati, poca più strada fatta a New Heaven (sconfitta con doppio 6-2 per mano di Samantha Stosur al secondo turno). La componente psicologica potrebbe quindi risultare determinante: se Genie trova la necessaria fiducia, può diventare cliente pericolosa. In caso contrario, qualora i tarli dell'incertezza riuscissero a farsi largo, la forte canadese rischia di finire anzitempo la sua avventura newyorchese. Sulla sua strada, in un potenziale quarto di finale che sarebbe il remake della finale di Wimbledon 2014, c'è Petra Kvitova. La ceca, capace di partite mirabolanti ma anche di cadute fragorose, è sempre tipo da prendere con le pinze. Aga Radwanska è tornata a illuminare con il suo tennis a Montreal, ma negli slam ha sempre faticato e non poco. Caroline Wozniacki è una pericolosa mina vagante: la danese sembra in ripresa negli ultimi periodi, inoltre sta provando a dare una parvenza di varietà al suo gioco, pur rimanendo ampiamente rivedibile sotto rete. Se riesce a non auto-disinnescarsi quando la posta in gioco diventa alta, può diventare pericolosa, soprattutto adesso in cui l'ossessione per il titolo slam sembra non essere più tale. Capitolo Victoria Azarenka: la bielorussa, protagonista splendida quanto sfortunata della finale dell'anno scorso, ha vinto a mani basse l'oscar stagionale della jella, presentandosi suo malgrado con disarmante puntualità a ogni appuntamento con infortuni e affini. Dal piede al ginocchio, il campionario di rogne che hanno afflitto Vika è assai vasto. Non certo il viatico migliore per approcciare a un torneo dove c'è da difendere la finale dell'anno scorso. Da ultimo Venus Williams: la splendida versione ammirata in queste ultime settimana è un tuffo al cuore per gli appassionati di tennis. Esordirà fra l'altro contro Kimiko Date in una partita che ha il sapore di altri tempi. Il cemento di Flushing Meadows ci dirà se le tante, lunghe battaglie non avranno influito sul suo stato di forma.
L'inferno di Masha - L'unica consolazione di Maria Sharapova è che non si ritroverà Serena Williams ai quarti di finale. Di contro però dovra passare atraverso autentiche forche caudine: Maria Kirilenko, Sabine Lisicki, Caroline Wozniacki per chiudere con Simona Halep ai quarti di finale: questo il percorso che potrebbe attendere Masha. La siberiana - qui vincitrice nel 2006 - dovrà fare affidamento a tutta la sua classe e al suo spirito di combattente per riuscire ad emergere dal suo personalissimo inferno tennistico.
Casa Italia - Da ultimo uno sguardo in casa Italia. Gli occhi sono puntati su Flavia Pennetta, l'anno scorso capace di raggiungere le semifinali. Un'impresa che al momento pare davvero difficile da ripetere per la brindisina, che troverà in Julia geroges il suo primo ostacolo. Fari anche su Camila Giorgi, sempre in bilico fra la deflagrazione di un grande talento e limbo oscuro dell'eterna promessa. A New Heaven si sono visti lampi di vera Camila, di quella tennista che non teme nessuno e che può metter in riga chiunque. La netta vittoria su Caroline Wozniacki e la semifinale conquistata nella notte a spese di Garbiñe Muguruza lasciano qualche spiraglio positivo in vista di New York. Stasera - ore 19 italiane - il match tutt'altro che proibitivo contro Magdalena Rybarikova vale l'accesso alla finalissima. La sua prima avversaria arriverà dalle qualificazioni. Nel main draw anche Sara Errani (esordio contro Kirsten Flipkens per giocare un eventuale secondo turno proprio contro Camila Giorgi), Roberta Vinci (prima avversaria Paula Ormaechea), Karin Knapp (affronterà Tsvetana Pironkova) e Francesca Schiavone: per la Leonessa milanese, l'esordio contro Vania King potrebbe valerle la sfida contro Serena Williams.