Finisce al cospetto di Maria Sharapova la cavalcata di Garbine Muguruza. Alla spagnola ammazza -Williams non riesce il doppio miracolo di eliminare quella che ora è per tutti la grande favorita del torneo. Passa Maria Sharapova (1-6/7-5/6-1), ma la russa ha dovuto sudare molto di più delle proverbiali sette camicie per regalarsi la terza finale di fila sul rosso parigino. Ad attenderla c'è la biondina tutto pepe Eugenie Bouchard, alla sua seconda finale slam di fila dopo Melbourne, vincitrice in tre strani set della spagnola Carla Suarez Navarro (7-6/2-6/7-5).

Che battaglia - Non si saranno certo annoiati gli spettatori che hanno affollato il Suzanne Lenglen per assistere al quarto di finale fra Maria Sharapova e Garbine Muguruza. Da una parte la veterana - pur con i suoi 25 anni - e ormai principale favorita del torneo, dall'altra una delle tanti giovani rampanti campionesse che il tennis femminile manda alla ribalta. Ed è proprio Garbine che, senza alcul timore reverenziale, parte alla carica: le mattonate che recapita a Maria Sharapova sono letali per la russa, che sembra subire le iniziative avversarie senza trovar le contromosse. Il servizio perso a zero, che ragala il primo set alla spagnola, ha tutta l'aria di una resa. Perchè il punteggio recita 6-1, e il cronometro 27 minuti. 

Tutto finito? Forse con un'altra protagonista. Perchè Maria Sharapova, riorganizzatasi dopo lo choccante avvio, si cala l'elmetto in testa e scende in trincea a combattere la sua sporca guerra fatta di pallate e gemiti a livello di decibel sempre più alto. Quella che sembrava una travolgente avanzata dell'armata spagnola, diventa una durissima battaglia punto a punto. Il cuore di Masha da una parte, la tenuta mentale di Muguruza dall'altra, che per tutto il secondo set e buona parte del terzo tiene testa alla più quotata e esperta avversaria. Il 7-5 con cui la siberiana manda tutto alla terza, decisiva contesa è una prima crepa nelle certezze della spagnola, che evaporano definitivamente nel quarto game del terzo set: la Muguruza costruisce quattro palle per il controbreak, ma le spreca. Maria si difende con le unghie e coi denti, quindi alla prima occasione utile punisce l'avversaria troppo sprecona, che dal possibile 2-3, si trova sotto 1-4: una mazzata per la povera Garbine, arrivata perdipiù al termine di un game maratona durato dieci minuti. Mentre Maria fa rieccheggiare fortissimo il suo proverbiale C'mon e chiude facilmente la pratica contro una  Muguruza sul cui volto erano diventati palesi i segni della resa. 

Rimpianto Suarez Navarro - Quarti di finale indigesti anche per l'altra spagnola, Carla Suarez Navarro. Lei si che avrà di che mangiarsi le mani per l'occasione sprecata contro un'ottima Eugenie Bouchard, brava a rimanere attaccata al match anche quando tutto sembrava compromesso. Già, perchè nel primo set Carla conduceva 5-2 prima di finire in un tunnel nero che la costringeva dapprima al tie-break quindi a cedere il primo set alla canadese. E nel terzo, arrivato al termine di una seconda frazione dominata, pareva avviata a facile vittoria una volta issatasi sul 4-1. Ma ancora una volta la luce si è spenta, con Genie in rimonta. Nell'undicesimo game il break decisivo, per il 6-5 che manda la canadese a servire per il match. Una chiusura laboriosa, perchè la posta in palio era alta e le palline di piombo. Per fortuna dall'altra parte c'era una Suarez Navarro fallosa, soprattutto con il dritto, incapace di supportare a dovere un rovescio poetico. Niente prima finale slam per la piccola spagnola, mentre si spalancano le porte della seconda consecutiva - dopo quella agli Australian Open - per Eugenie Bouchard: sarà una sifda fra bionde con Maria Sharapova. Giovedì sapremo se a spuntarla sarà la freschezza di Genie o l'esperienza e la fame di vittorie di Masha.