Li Na, schiacciasassi made in China; Dominika Cibulkova, tennista piccina picciò su cui ben pochi avrebbero scommesso un cent circa la sua presenza in semifinale. e ancora, Agnieszka Radwanska, Aga la Maga per i colpi a effetto che a ogni partita dispensa ai suoi tifosi e fan. E infine la giovane Eugenie Bouchard, la stellina emergente, la biondina acqua e sapone che si sta conquistando una fetta sempre più larga di simpatie e di tifosi. Uscirà fra queste quattro la regina di questo bizzarro Australian Open, in cui le più attese protagoniste hanno mano a mano abbandonato la scena: Serena Williams è stata tradita dalla schiena che ha fatto i capricci nel corso della sfida con la Ivanovic. Maria Sharapova, probabilmente ancora in ritardo di condizione dopo il lungo stop causa spalla bizzosa, si è arresa alla Cibulkova, mentre l'ultima vittima eccellente è stata Vika Azarenka, ipnotizzata dalle stregonerie tennistiche della polacca.

Vista la brutta fine delle sue colleghe, probabilmente la cinese Na Li starà toccando tutto ciò può toccare al vedere accostato il suo nome sll'etichetta di favorita numero uno. Certo, fin qui la sua condotta è stata impeccabile, alle avversarie ha concesso poco o nulla (come ha provato ahinoi sulla sua pelle Flavia Pennetta) e il pronostico è dalla sua nell'incrocio con la fresca e graziosa Eugenie. Inoltre avrà una gran voglia di riscatto dopo l'anno scorso, quando perse una finale psicodramma contro Vika Azarenka, partita nella quale infranse il poco invidiabile record di infortunarsi per ben due volte. La canadesina, alla sua prima semifinale in un torneo slam, può puntare tutto sul fatto che comunque vada sarà per lei un successo, ma soprattutto sulla certezza di avere dalla sua un gran talento e molto tempo davanti per passare all'incasso. Le due si sono già trovate nel 2012 a Montreal, al secondo turno: a imporsi fu la cinese, che vinse con un doppio 6-4. 

Sono sei i precedenti che legano Aga Radwanska e Dominka Cibulkova, e purtroppo per la slovacca il saldo è davvero negativo. Una sola vittoria (Stanford 2013, 3-6, 6-4, 6-4) a fronte delle cinque dell'avversaria. Per due motivi diversi, questa è la semifinale più sorprendente. Da una parte, infatti, abbiamo una giocatrice come la Cibulkova che calca solo per la seconda volta in carriera il palcoscenico di una semifinale slam (l'altra volta fu Parigi 2009, sconfitta in due set da Dinara Safina); dall'altra invece una Radwanska reduce da un cattivo finale di stagione 2013 e da un inizio 2014 segnato da problemi alla spalla destra, sempre debitamente impacchettata di cerotti. La classe della polacca però le ha permesso di emergere e di approdare quasi sotto traccia alla semifinale con una ghiottissima occasione di approdare alla resa dei conti finale sulla Rod Laver Arena.