Un clima infernale e il super Novak Djokovic di fine 2013: queste le armi a disposizione della Serbia per portare a casa la Coppa Davis nelal finalissima che scatterà domani sul cemento di Belgrado. Facile immaginare l'arena brulicante di passione e orgoglio patriottico, in una cornice che sarà tutt'altro fuorchè la classica atmosfera da partita di tennis. Ad aprire le danze sarà Novak Djokovic, reduce da un finale di stagione stellare, che ha in parte compensato lo scippo del trono di numero uno ATP perpetratogli da Rafael Nadal. Anche il recente Masters di Londra ha certificato l'ottimo stato di saluto del serbo, che avrà tratto dalla vittoria londinese ulteriore benzina ed entusiasmo per provare a capitanare i suoi al secondo successo nella storia della manifestazione, dopo quello ottenuto nel 2010 sempre in casa.
Un precedente di certo benaugurante per Nole e soci, che però si scontra con i grossi problemi di formazione con cui è costretto ad avere a che fare il Capitano serbo: fermo ai box per doping Viktor Troicki, è di queste ultime ore l'ufficialità del forfait di Janko Tipsarevic, bloccato da un problema al tendine d'Achille dallo scorso mese di ottobre. Sarebbe toccato a lui l'onore e l'onere di aprire la finale sfidando Radek Stepanek: compito che quindi passa a Novak Djokovic, mentre il vice Tisparevic, ovvero Dusan Lajovic dovrà tenere a bada Tomas Berdych. Mai come in questi tre giorni, servirà il miglior Novak Djokovic, che dovrà caricarsi sulle spalle la squadra e condurla alla vittoria. Ma si sa, il senso di appartenenza alla patria di Nole è encomiabile, e stiamo pur certi che il numero 2 del mondo combatterà su ogni pallina, su ogni quindici.
In casa ceca c'è fiducia sulla possibile vittoria bis della prestigiosa coppa: l'anno scorso lo scalpo fatto in volata alla Spagna orfana di Nadal, quest'anno l'ostacolo Serbia. Eppure Thomas Berdych, fresco anche lui di Master (concluso ai gironi, beffato sul fil di lana da Wawrinka), non sembra temere nulla: ""Penso che il doppio (per la Cechia giocheranno Lukas Rosol e Jan Hajek, ndr) sarà la sfida davvero decisiva: conosco benissimo Nole, ma anche Nenad Zimonjic, come anche Dusan Lajovic e Ilija Bozoljac. Il primo copre benissimo la rete, il secondo ha un servizio che tradisce la sua classifica. Loro sono stati già fondamentali per superare USA e Canada, non mi stupirebbe se anche in questo caso la terza sfida sarà quella che deciderà il corso della gara. Da parte nostra ci conosciamo, abbiamo esperienza, e tanti risultati positivi. Non abbiamo paura". Queste le parole rilasciate all'agenzia Associated Press dal numero 6 al mondo.
La finale che parte domani sarà il terzo confonto fra le due nazionali, che vantano una vittoria per parte: nel trionfale 2010, fu la Serbia a imporsi in semifinale a Belgrado con una pazzesca rimonta dall'1-2 al 3-2, mentre la nazionale di Stepanek e Berdych si imposero nettamente per 4-1 nei quarti di finale dell'ultima edizione.