Per fermare questa Serena Williams ci vuole Superman. Semplicemente devastante la Numero Uno al Mondo, troppo superiore in questo momento: anche solo a pensare di batterla si rischia di passare per eretiche e di finire arse vive sul fuoco come le streghe medievali. Ultima a finire sulla lista di Serenator è Petra Kvitova, la cui volontà di combattere viene presto ridotta ai minimi termini dalla gigantessa di Compton. Finisce 6-2, 6-3. Per Serena accesso alle semifinali conquistato, per Petra tutto rimandato allo spareggione di domani contro la Kerber, che prima di lei ha passeggiato (doppio 6-2) su una spenta e irriconoscibile Radwanska. Per la polacca un Championship disastroso, condito da tre sconfitte in altrettante partite e, dato ancora più allarmante, senza nemmeno un set vinto: numeri non certo degni di una Numero 4 al mondo, ma sopratutto di una giocatrice di classe sopraffina come Aga.
Nel gruppo bianco intanto Na Li fa due su due, impallinando anche Jelena Jankovic in tre set (6-3, 2-6, 6-3): a parte Sara Errani, purtroppo ormai fuori dai giochi, è bagarre apertissima nel gruppo di Vika Azarenka.

Uragano Williams - Chiamatela Uragano Serena. La Williams spazza infatti via Petra Kvitova in un'ora e un quarto di gioco. La ceca fa quel che può, lotta e ottiene anche qualche occasione per brekkare, ma in servizio la Williams è devastante: ne sono testimoni gli undici ace messi a segno dalla statunitense, di cui quattro nel settimo game del primo set. Giusto per far capire alla ceca, che il game precedente aveva osato sfidarla su questo terreno, che chi di ace ferisce di ace perisce, possibilmente con elevato tasso di interesse. E poi quelle cannonate terrificanti che spezzano inesorabilmente lo spirito combattivo di cui la volonterosa Petra si era dotata prima di scendere in campo. La volontà di non essere semplice carne da macello, la voglia di giocarsi la partita e provare in qualche modo a spaventare l'ingiocabile americana. Macchè, non c'è verso: punto dopo punto, game dopo game la Williams costruisce la sua vittoria, mantenendo sempre la sua espressione da sfinge egizia che nulla fa trapelare. 
Del resto le statistiche sono tutte dalla sua parte: tre partite, tre vittorie, nemmeno un set concesso a Kerber, Radwnaska e Kvitova. Chiunque la incorcerà in semifinale è già avvisata: malgrado al quantità industriale di partite giocate, che le han fruttato 75 vittorie e dieci coppe in bacheca, la Canniabale ha ancora fame e una voglia matta di ribadire chi comanda nel regno WTA.

Fantasma Radwanska - Se Serena Wiliams marcia a tutto vapore, fa scalpore la pessima prova di Aga Radwanska. La partita di oggi è stata solo la punta dell'iceberg di un torneo negativo, concluso a zero tanto alla voce partite vinte quanto alla voce set vinti. Senza nulla voler togliere alla Kerber, ottima a restare sempre sul pezzo e a colpire cinicamente le debolezze della polacca, la Radwanska scesa in campo oggi pareva la sosia bolsa della giocatrice capace di incantare il pubblico del tennis con giocate sublimi: abulica, avulsa dal gioco, autrice di errori davvero inspiegabili per una giocatrice della sua classe. Buon per la Kerber, a cui va dato il merito di essere rimasta sempre concentrata per tutto il breve arco della partita: tosta in servizio, reattiva sugli scambi, si è presa anche il lusso di infrangere il copyright sul colpo in accosciata marchio di fabbrica di Agnieszka. Per Angelique, tedesca di sangue polacco, arriva domani il giorno dei giorni: una vittoria contro la Kvitova le spalancherebbe le porte delle semifinali, e renderebbe leciti i sogni di succedere alla leggenda Stefi Graff nell'albo d'oro delle tedesche vincitrici dei Championshps/Master di fine stagione.
Per quanto riguarda la Radwnaska, si potrebbe parafrasare Gianni Clerici e limitarsi, sospirando, dire: "Povera la mia Agnese".

Muraglia Li - Partita strana quella fra Na Li e JJ: la cinese vola sul 3-0 prima di combinarne una più di Bertoldo e permettere alla serba di impattare sul 3 apri. Poi tocca proprio a lei spegnere l'interruttore, con Na che mette in banca il primo set per 6-3. La seconda frazione si apre con la manifesta allergia mostrata dalle giocatrici a mantenere il turno di servizio: break e contro break si susseguono nei primi quattro game, prima che la Jankovic imponga la frattura decisiva che le permette di pareggiare il conto set. Si va così all'ultima partita, che parte nel segno della cinese: pronti via ed è subito 3-1 per lei, prima del solito valzer di break e controbreak che si conclude nel momento in cui la tennista asiatica mette la firma sul match e sul pass semifinale. 
Dietro di lei invece è bagarre serrata fra Azarenka e Jankovic per l'altro posto in paradiso: in mezzo a tutto questo, la piccola Sara Errani. Dopo due sconfitte e con l'eliminazione già pressochè certificata, Sarita cercherà una vittoria contro la Jankovic. Per l'orgoglio, per sperare ancora nell'improbabile miracolo.