"Sono state tre ore di intrattenimento per Tokyo" dice un'esausta Venus Williams al termine dell'ennesima maratona a cui è stata costretta in questa sua avventura giapponese; questa volta è stata in campo poco più di tre ore. Demeriti suoi per le occasioni sprecate di chiudere la contesa già nel secondo parziale, ma moltissimi meriti anche alla sua avversaria, la giovane Bouchard. Ha perso, la biondina, ma ha dimostrato carattere e personalità, ma soprattutto di avere i colpi per sfondare nel tennis che conta. Del resto Martina Navratilova, dopo averla vista battere la Ivanovic a Wimbledon, aveva pronosticato addirittura un suo ingresso nelle prime venti entro la fine dell'anno. Intanto dopo Tokyo sarà al numero 36, con l'occasione per compiere un'ulteriore scalata già settimana prossima nel torneo di Pechino.
Scontro generazionale - Fra Venus ed Eugenie ci sono quattordici anni di differenza: quando la prima iniziava a mettere giù i primi mattoni di un castello fatto di trofei, la seconda era una bambina che muoveva i primi passi nel mondo delle racchette e delle palline. Racchette e palline che hanno incrociato in una umida serata di Tokyo, in palio la semifinale del Toray Panpacific Open: da una parte la Vecchia Leonessa, minata dalle mille battaglia in giro per il mondo e per tutta la stagione alla prese con acciacchi e malanni vari che l'hanno frenata in queste stagione ma non ne hanno minato il talento immenso, quel quid che le ha fruttato fra le altre cose 5 Wimbledon, due Us Open e un oro olimpico, senza contare quanto vinto in coppia con la sorella Serena; dall'altra parte una giovane che ha tutte le intenzioni di bruciare le tappe per arrivare in cima al tennis che conta. Un talento sbarazzino e ancora tutto da sviluppare quello di Eugenie Bouchard, sfrontata il giusto non solo per tenere testa e battere avversarie più quotate (vedi ad esempio Ivanovic e Jankovic), ma anche per affrontare senza alcun complesso mostri sacri come Venus, permettendosi lo sfizio di chiamarla a rete e poi beffarla con un passante magistrale che la Venere può solo guardare trasformarsi in punto per l'avversaria.
Dal canto suo la Williams ha potuto contare sull'esperienza e su uno stato di forma incredibile in questo momento della stagione: fatta eccezione per la passeggiata di salute contro la Barthel, Venere è stata la giocatrice con il più alto minutaggio in campo. A questo aggiungiamo il suo bagaglio di colpi da manuale, e il suo servizio devastante - oggi sparato fino a 209 Km/h -che nei momenti decisivi l'hanno cavata d'impaccio piegando le mani alla canadese, che nulla ha potuto per controbattere alle cannonate che piovevano nel suo campo. In semifinale Venus troverà una fra Kvitova e Kuznetsova, le stakanoviste del torneo che oggi fan turno doppio: nel primo han regolato rispettivamente Keys (doppio 6-2) e Cirstea (7-6, 6-1), nel pomeriggio se la vedranno loro due per un posto in semifinale.
La Leonessa dallo chignon fucsia è tornata a far sentire la propria presenza: per il futuro c'è ancora tempo. Ma quando sarà il tempo del ricambio, stiamo certi che Eugenie Bouchard sarà in prima fila, pronta a spodestare la Regina e a prendersi il trono della WTA.