E' tornato, definitivamente, se ancora ci fosse stato bisogno di un'ulteriore conferma. 12 mesi fa guardò la finale in tv. Ha superato ogni più rosea aspettativa per il suo ritorno in campo. Un 2013 perfetto, con la vittoria di maggio a Parigi e il secondo sigillo qui a New York. Stasera in campo sono scesi i più forti, e hanno regalato spettacolo. Ma, quest'anno, Nadal ha una marcia in più. L'infortunio al ginocchio è solo un lontano ricordo.

Nole perde la sua seconda finale consecutiva dopo Wimbledon, ma esce a testa altissima da questa finale con Nadal. Ha lottato con le unghie e con i denti, reagendo da campione ad un primo set in cui era stato irriconoscibile. Oltretutto, può rammaricarsi per non aver chiuso anzitempo il terzo set, dopo essere stato in vantaggio di un break. Il 37esimo faccia a faccia tra le prime due teste di serie del seeding ha vissuto momenti spettacolari, con scambi da vedere e rivedere infinite volte. Due cavalli di razza, due agonisti puri. Anche stavolta Djokovic ha dimostrato di essere l'unico a poter mettere alle corde il maiorchino. E l'ammissione finale dello stesso Rafa ne è testimonianza: "Solo lui riesce a mettermi fisicamente così in difficoltà". Ad un vincente come Nole, probabilmente, non basterà.

Nel primo set il serbo non scende praticamente in campo, e Nadal domina la scena a suo piacimento. Dopo i primi due game interlocutori, giusto per scaldare il polso, lo spagnolo ingrana subito la marcia e così, alla prima palla break dell'incontro, rompe gli indugi e tenta l'allungo. Djokovic sembra frastornato e fatica a reagire, i suoi colpi fanno il solletico all'avversario, visibilmente stimolato dal grande inizio. Rafa concede poco o nulla al servizio, e sul 4-2 aumenta lo strappo, mettendo in cascina un altro break, garantendosi così la possibilità di servire per il primo set sul 5-2. Il braccio esperto non trema e dopo 42 minuti di gioco, il primo set è in cassaforte.

E' troppo presto però per recitare il De Profundis a Djokovic. L'uomo di gomma alza l'asticella del suo tennis e inizia a far correre lo spagnolo, guadagnandosi subito 2 palle break nel secondo game. Abile il maiorchino ad allontanare la minaccia e tenere il servizio. Sul 3-2, Nole ha a disposizione altre due occasioni per strappare la battuta a Rafa e, al secondo tentativo ci riesce. Memorabile quest'ultimo scambio tra i due, 54 colpi di pura classe e muscoli, il più lungo di tutto il torneo. Adrenalina alle stelle, se lo aggiudica Djokovic. Pubblico in visibilio e meritata standing ovation per i due campioni.

Il serbo si porta 4-2 e vede avvicinarsi il traguardo del secondo set. Ma l'insidia è dietro l'angolo. Il numero 1 si distrae e permette allo spagnolo di salire 0-40, commettendo anche un sanguinoso doppio fallo. Non riesce a recuperare lo svantaggio, fermandosi a trenta, e il mancino di Manacor recupera immeditamente il break e si riporta sul 3-4 e servizio per impattare. Nole non demorde e, dopo la delusione del vantaggio sfumato, recupera da 15-40 sul servizio di Nadal e, ai vantaggi, conquista subito il controbreak: Sale 5-3 e può così servire per il secondo parziale. Chiude 6-3, dopo un'ora e 43 di gioco. 1 set pari e tutto da rifare.

L'inizio del terzo parziale evidenza come l'inerzia sia cambiata. Break immediato a zero di Djokovic, e lo spagnolo in grave difficoltà. Sul 2-0 Nole non converte una palla break, dando così fiato alle speranze di Nadal di rimanere nel set. Non solo, sul 3-2 per il serbo, Rafa approfitta degli errori con il rovescio del numero 1 e ricuce il gap. 3-3 senza più break. Grottesco ciò che accade nel finale del set. Sul 4-4, il 26enne di Belgrado si guadagna altre 3 palle break, ma le spreca malamente e apre la strada a Nadal per salire 5-4. Nole va in tilt e nel game successivo regala game and set allo spagnolo.

E' notte fonda per il serbo. Nadal si invola già ad inizio quarto parziale; nel primo game scippa subito la battuta all'avversario e mette una seria ipoteca sulla vittoria finale. Djokovic scompare lentamente dal campo. Cerca continuamente la soluzione più rapida per chiudere lo scambio ma, si sa, la fretta è una cattiva consigliera. Non pago, sul 4-1 il maiorchino strappa nuovamente il servizio a Nole e va servire per conquistare il suo secondo Us Open in carriera.

Il braccio non tradisce l'emozione ed è Game, Set and Match. Ombrellino nel long drink. Rafa vince meritatamente questa 133esima finale dell'Open degli Stati Uniti e conquista il suo secondo sigillo Slam stagionale dopo Parigi, a cui è ormai abbonato. Onore a Djokovic, che è stato in partita fino a quel drammatico nono game del terzo set, in cui ha gettato al vento tre comode palle break che lo avrebbero portato a servire per garantirsi il parziale. La chiave del successo per lo spagnolo si racchiude così: 7/12 palle break realizzate, contro le 3/11 di Nole. In più, 53 errori per il serbo contro i 20 commessi dal maiorchino.

Nadal chiude così uno straordinario 2013 imbattuto sul cemento americano, vince il suo decimo titolo stagionale su 12 disputati e sale a 13 trofei del Grande Slam complessivi.