Sconfitta la pioggia, accolto il re, il cemento americano si appresta a vivere un'intensa terza giornata. Si completa il primo turno maschile, con il britannico Andy Murray, chiamato a rispondere a Djokovic, Nadal e Federer. L'ultimo dei Fab four difende il titolo conquistato qui lo scorso anno, al termine di una splendida finale, vinta al quinto contro Nole e prova l'impresa, dopo le delusioni post Wimbledon. Sarà il francese Michael Llodra a testare la condizione dell'uomo a cinque cerchi. Giocatore di talento il transalpino, ma difficilmente in grado di impensierire la testa di serie n.3. Con lui, test importante anche per l'argentino Del Potro. Atmosfera particolare per l'argentino quella di Flushing Meadows. La gioia più grande qui, nell'unico Slam finora domato in carriera, prima dell'oblio e della difficile risalita. Quell'inatteso trionfo contro Federer, antipasto di una serie infinita di problemi al polso. L'inferno della risalita, lungo un ranking infarcito di sabbie mobili, e ora un'altra chance. Ancora qui, nell'amata New York.
Dopo l'uscita di Volandri, Lorenzi e Fabbiano, il tennis azzurro si affida a Seppi e Fognini. Andreas, solitamente continuo e regolare, ha smarrito le certezze delle passate stagioni, e ora cerca di uscire da un guscio di paure e dubbi, che sembra oscurare testa e gambe. Il belga Malisse, che ha annunciato il ritiro a fine anno, sembra avversario abbordabile. Discorso diverso per Fabio Fognini, la cicala della racchetta. Un Gulbis in versione moderata. Lo statunitense Ram, atleta frizzante, appare adatto a un ingresso soft nel torneo. Una vittoria agevole per ritrovare se stesso, per ritrovare il campione esploso sul rosso di Amburgo e Stoccarda. Il mago Fognini ha perso il magico colpo con l'approdo su una superficie meno amata. Dal rosso al cemento, ha lasciato per strada la sfrontatezza e l'audacia dei giorni belli. E da copione sono riapparsi i limiti mentali, la fragile tenuta psicologica. Le ultime scioccanti esibizioni, tra doppi falli e volontari falli di piede, devono rappresentare il fondo da cui ripartire, la caduta finale, da cui prendere la giusta spinta per un salto verso quella top ten che deve essere l'obbiettivo primario per un tennista di cotanto talento. Fognini e Seppi per ricordare all'Italia, che il tennis non è solo in rosa, dopo lo splendido exploit d'esordio di Pennetta, Vinci, Errani, Knapp e Giorgi. Il carattere delle donne di casa Italia, come viatico per la risalita di uomini chiusi in una bolla di pensieri, destinati a evaporare al crescere di sensazioni positive.
In campo femminile, al via la seconda tornata. Tornano in campo le sorelle Williams, entrambe convincenti. La sorpresa è ovviamente Venus, che, dopo una facile vittoria con la belga Flipkens, troverà ora la cinese Zheng. Serena, che senz'altro avrà osservato attentamente il perentorio successo di Vika Azarenka, sua “carnefice” a Cincinnati, non incontrerà certo difficoltà a regolare la kazaka Voskoboeva. Da segnalare anche l'impegno di doppio che vedrà coinvolte Sara Errani e Roberta Vinci. Dopo le polemiche e le presunte liti, giunte al termine dell'ultimo confronto in singolare, eccole di nuovo insieme. Miglior smentita alle fantasie giornalistiche non può esserci. Interessanti anche le avversarie delle azzurre. Hantuchova-Hingis. Sì, proprio lei, l'ex regina svizzera, che non riesce ad abbandonare il circuito. Dominata e costretta al ritiro dalla potenza delle sorellone d'America, prova a rientrare, ancora una volta, in doppio.