Sembrava essere invincibile. Dopo Stoccarda e Amburgo, già pregustava il terzo trofeo consecutivo. Stasera, però, Fabio ha dovuto svestirsi della sua armatura e cedere le armi al redivivo Tommy Robredo. Il primo set è l'emblema della serata storta. Fognini è falloso, il dritto non funziona, il rovescio nemmeno ed il nervosismo è palpabile. Al contrario, Robredo rimanda al mittente tutte le palle, mostrando una grande solidità. Ed è sufficiente per aggiudicarsi il primo set. Risultato 6-0. Fabio rientra in campo con il piglio giusto e mette subito in cascina un break, nel primo gioco. Ma l'illusione dura poco perchè il controbreak dello spagnolo è immediato. La sinfonia si ripete anche nel terzo e quarto game. Break e controbreak. Non è serata. Sul 4-3 per l'iberico, Fabio perde ancora la battuta e Robredo si invola verso la vittoria. Le prime avvisaglie di stanchezza già si erano palesate contro Monfils in semifinale. Oggi non c'è stata partita, come lo stesso Fognini ha ammesso a margine dell'incontro. Scarico, fisicamente e mentalmente, il 26 enne di Arma di Taggia, vede così scomparire la possibilità di eguagliare il record di Adriano Panatta, che nella primavera del 1976 collezionò 14 vittorie consecutive.
Rigenerato - Pochi drammi, queste tre settimane di terra rossa riconsegnano al tennis italiano un giocatore rigenerato. Non più talento inespresso o infinita promessa. Nonostante ciò, la crescita di Fabio andrà misurata d'ora in poi, con la stagione sul cemento americano in procinto di iniziare, questa volta da n.16 al mondo.Dopo i grandi risultati in campo femminile di Errani e Vinci, oltre che di Francesca Schiavone, ora il movimento maschile torna a fare la voce grossa, con l'esplosione di Fognini e la costante crescita di Seppi, sconfitto ad Umag in semifinale dallo stesso Robredo, autentico ammazza-italiani questo fine settimana.
Tutti segnali positivi per auspicare un finale di stagione in crescendo, sognando l'America.