Angel Face batte The Tank e si qualifica per i quarti di finale di Wimbledon. Il Centrale per una volta diventa un ring, dove le due pugilesse si sfidano a colpi di clava per oltre due ore di puro spettacolo ed emozioni, al termine delle quali la biondina di Germania riesce nell'impresa che per tutti pareva impossibile: fermare l'avanzata di Serena Williams. Lo ha fatto nel migliore dei modi, dapprima mettendo sotto l'americana nel primo set, poi rialzando la testa quando ormai sembrava che la marea nera l'avesse del tutto travolta nel terzo, decisivo, periodo. Lei però ha resistito, lo scoglio ha arginato il mare; non solo, lo ha ricacciato indietro, strappando una qualificazione ai qurti di finale di un Wimbledon che si rivela sempre più maledetto per i top players. Finisce 6-2, 1-6, 6-4 in favore della tedesca dopo una battaglia durata oltre due ore.
Altalena d'emozioni - C'è il pubblico delle grandi occasioni sugli spalti del Centrale. Nel Royal Box sono convenute pure Evonne Goolagong e Chris Evert, due che diedero spettacolo in una memorabile finale del 1980. Altri tempi, altro tennis: un tennis elegante, di fioretto, fatto di serve and volley e discese a rete. Tutt'altra cosa lo spettacolo messo in scena da Sabine Lisicki e Serena Williams: via i fioretti, dentro le clave, addio serve and volley, si gioca a tutta manetta con bordate da fondocampo da fare invidia ad alcuni coleghi maschi. Fasi di studio? Nemmeno a parlarne: perchè al gong dell'arbitro le due si avventano l'una sull'altra e cominciano a prendersi a cazzottoni. Games lunghissimi (fino a otto minuti), scambi feroci in cui nessuna delle due molla un centimetro. E' un tennis che magari non farà capottare sul divano i puristi di racchetta e palline gialle fluo, ma che regala emozioni al pubblico assiepato sulle tribune, che si incendia e trasforma il Centre Court in una bolgia dantesca al termine di ogni punto. E' chiaro che la maggior parte delle simpatie vanno verso la Lisicki, - underdog del giorno - che dal canto suo sfodera la prestazione della vita: perfetta in fase di battuta, ottima nel tenere testa alla Williams negli scambi. Si procede in perfetto equlibrio, fino al quinto game del primo set quando avviene il break decisivo: a firmarlo è Sabine Lisicki, che sferra un montante che fa barcollare Serena. La quale infatti fatica a rimettersi in sesto e cede addirittura cinque games di fila: i quattro che servono a Lisicki per chiudere il conto del primo set, e quello d'avvio della seconda frazione.
Da quel momento in poi è monologo Williams, perchè lei a ingranare la marcia e tornare la Serena che tutti sin qui han conosciuto: prima di servizio devastante, dritti e rovesci lungolinea imprendibile per la Lisicki e secondo set in cascina, 6-1.
Si decide tutto al terzo, decisivo round, un inedito per Serena, avvezza com'è a schiacciare le avversarie in meno di un'ora: dall'altra parte però c'è una ragazza che nei due precedenti ha sempre perso (mai sull'erba) ma che non ci sta a inchinarsi alla legge del non c'è due senza tre. E poi Sabine ha i mezzi fisici per contrastare la Williams e soprattutto non ne soffre il complesso. Ci vuole coraggio per metterla sul piano fisico contro un simile armadio, e la tedesca ne ha da vendere. Ci vuole anche una grande forza mentale per non precipitare nello sconforto dopo che la tua avversaria mette la freccia e scappa via, e anche questa dote sembra far parte del bagaglio tecnico di Sabine. Perchè sul 3-0 Williams tutto sembra finito, tutto sembra aver preso la solita direzione di una facile passeggiata verso il 6-0 finale. Il tennis però è sport diabolico e il diavolo ci mette lo zampino: due game consecutivi per la tedesca che si riavvicina, per poi venir di nuovo respinta sul 4-2. Si fa gigante Serena, si fa sempre più piccola Sabine, ormai chiusa all'angolo e in ginocchio: ma è qui che la tedesca trova il colpo di coda, velenosissimo. Un primo pugno serve per uscire dall'angolo, gli altri per demolire pian piano ma inesorabilmente un'avversaria che credeva di aver già vinto e che invece ora si vede sbucare la Lisicki da tutte le parti. La Williams si spegne e non ne azzecca più una (persino uno smash a campo completamente spalancato, sparacchiato malamente fuori), la tedesca ritrova di colpo energie e colpi, senza mai perdere la lucidità o farsi prendere dalla sindorme del braccino al momento di chiudere.
Games, set and match Lisicki! grida l'umpire. Il centrale esplode di gioia, Sabine si lascia cadere distrutta e felice su quell'erba che mai fino ad ora era stata per lei così verde. L'ultima fotografia del match è quella di Serena che si complimenta con l'avversaria e la attende per uscire assieme dal campo. I Campioni si vedono soprattutto nel momento della sconfitta e la Wiliams ha dato dimostrazione di esserlo.
Fuori Vinci, avanti Stephens e Radwanska - Finisce l'avventura di Roberta Vinci ee finisce nel peggiore die modi. la cinese Li è ingiocabilee distrugge la brindisina con un nettissimo 6-2, 6-0 che non lascia adito a dubbi. A completare la giornata nera per l'Italia, anche la sconfitta di Karin Knapp: 6-3, 6-2 il punteggio per la Bartoli, che continua spedita il suo cammino a Wimbledon. Un cammino sin qui immacolato, senza concedere nemmno un set alle avversarie: è evidente che l'aria di Wimbledon fa miracoli sulla francese, che qui arrivò in finale nel 2007. Finisce anche l'avventura di laura Robson: l'inglesina getta la grande occasione di vincere il primo set sul 5-4 e avanti 5-2 nel tie break. L'estone poi chiude, col brivido, la contesa nel secondo set (7-5), malgrado sprechi ben sette match point. Avanza anche l'americana Sloane Stephens, che nella battaglia delle sorprese contro la portoricana Puig ha la meglio dopo un'autentica battaglia di tre set con il punteggio di 4-6, 7-5, 6-1.
A completare il tabellone degli ottavi femminili, ci sarà Agnieszka Radwanska: la polacca ha avuto la meglio sulla bulgara Pironkova (per la quale si dovrebbe giocare un'intera stagione a Wimbledon se si vuole vederla lottare per il vertice) in tre combattuti set: 4-6, 6-3, 6-3 il risultato finale che premia la polacca al termine di un match bellissimo, animato da due giocatrici che ai muscoli prediligono la classe e la tecnica tennistica. Una rarirtà nel tennis femminile di oggi, e per questo una chicca tutta da gustare che riporta al bel gioco di una volta. Per la polacca, numero 4 al mondo che ora vede spalancarsi la sua parte di tabellone dopo la caduta della Williams, c'è l'osatcolo Li.