Novak Djokovic batte Philippe Kohlschreiber. Come previsto, ma con qualche sofferenza in più. Balena nella mente del serbo il ricordo dell'Open di Francia 2009, quando uscì sconfitto proprio contro il tedesco in tre set. Un 6-4 ripetuto tre volte a tagliare le gambe dell'allora n.4 del seeding. L'inizio qui non è più confortante con Novak che si ostina a sfidare il rovescio a una mano meraviglioso di Philippe, capace di creare spazi e vincenti, con un colpo con pochi eguali nel circuit. Un break, decisivo, sul 2-2, permette al tennista di Augsburg di aggiudicarsi per 6-4 il primo set. É la scossa che serviva a Nole. Da qui il cambio di rimo è netto. Corre, inventa e rimanda tutto dall'altra parte. Kohlschreiber non crolla, ma cala un poco, di fronte all'ascesa del suo avversario. Arriva il break e con il break anche il secondo set, dopo un brivido sul 4-2, in cui Djokovic è stato costretto ad annullare due chance di contro-break. 6-3. Il terzo set segna la definitiva resa del tedesco. Consegna le armi del servizio in avvio e lancia Novak, che capisce il momento di confusione, mista a rassegnazione del n.16 del tabellone e prova velocemente a chiudere la contesa. Non mancano, come in ogni sceneggiatura che si rispetti, i colpi di scena, come le due palle break che il n.1 regala sul 2-1 del terzo parziale, ma il teutonico sparacchia malamente, sciupando qualche passaggio a vuoto di un Djokovic, formato umano e non marziano. Si arriva dunque al 6-4, dopo l'ultimo brivido, sul 5-4 0-30, respinto da Nole col servizio. Due set a uno allo scoccare delle due ore di gioco. Il quinto gioco del quarto set esplicita lo status di Kohlschreiber, bravissimo a conquistare due punti con rovescio lungolinea e smorzata superba, ma poi di colpo preda di errori banali, tra cui uno sciagurato doppio fallo, che consentono a Djokovic di portare il game ai vantaggi e di conquistare il break. 3-2 Nole e servizio. Da applausi il coraggio di Kohlschreiber che annulla un match point sul 5-2 e risale fino al 5-4, ma il serbo non sbaglia due volte e mette la parola fine. 6-4.

 

 

Il tennis leggero e geniale di Tommy Haas non concede spazi all'attuale Youzhny. Trentacinque anni e non sentirli verrebbe da dire. Il tedesco, dopo l'incredibile maratona con Isner, tra match point falliti e cinque interminabili set, surclassa il russo, in tre set comodi: 6-1 6-1 6-3. Poco da dire di fronte a simili parziali. Se non evidenziare l'incapacità di Mikhail di trovare la minima contromisura al talento infinito dell'artista di Amburgo. Ora l'attende Novak Djokovic, in un quarto di finale incredibile. L'inattesa rinascita, dopo infortuni e problemi, addirittura i quarti nel tempio di Parigi. Addirittura contro il padrone mondiale. Battuto, due set a zero, a Miami. Che il capolavoro dell'eterno Tommy non sia ancora concluso?

 

Il ruggito è di Vika

Francesca Schiavone abbandona mestamente il Roland Garros, la terra che ha domato non molto tempo fa. Tornata a ottimi livelli, dopo un periodo difficile, Francesca lotta contro la potente bielorussa, ma paga in primis un servizio non all'altezza e poi la forza della sua avversaria. Cede ripetutamente il servizio, prova a restare nel match con le sue notevoli variazioni, che infastidiscono e non poco Azarenka, costretta a lasciare il servizio due volte, da 40-0 e 40-15. Fino al 3-3 del primo set c'è partita, da lì in avanti è monologo della finalista di Roma. Solo 25 minuti, dal 6-3 iniziale, per arrivare al 6-0 finale.

La Azarenka rimane un boccone amaro per le tenniste italiane. Dopo la Errani nella semifinale del Foro, cade anche la Schiavone. Ora per la testa di serie n.3 la bella Kirilenko, che ha sconfitto l'americana Mattek 7-5 6-4. Favorita la bielorussa, ma occhio a possibili sorprese.