SForse era inevitabile. Forse non esiste una vera e propria controprova per pensare che quello che è accaduto ieri fosse evitabile, almeno in queste circostanze. Il più classico degli assolati pomeriggi brasiliani fuori stagione viene squarciato nettamente da un fulmine rosso, o meglio, da due meteore pronte a divorare lo spazio-tempo non curanti delle traiettorie e delle conseguenze di un micro-contatto. Un leggerissimo schiocco di dita destinato a lasciare inevitabilmente strascichi importanti all'interno del box Ferrari, pronto a festeggiare un possibile podio nel penultimo Gran Premio di una stagione in cui l'oscurità ha dominato per gran parte del cammino.

Lo squarcio penetra, senza bussare alle porte del destino, a sei giri dal termine quando le due Ferrari di Vettel e Leclerc sono, rispettivamente, in quarta e quinta posizione. Il monegasco con la monoposto numero 16, equipaggiato da gomme morbide appena montate, sorprende il quattro volte campione del mondo con una perentoria staccata in curva 1. L'ex pilota dell'Alfa Romeo pianta lì il tedesco, o almeno così sembra, cominciando la sua personale caccia al podio dopo una rimonta (non troppo complicata) dalla quattordicesima posizione. Il piccolo particolare da non trascurare è che il suo compagno di squadra è ancora lì pronto a succhiare la scia per ricambiare il favore in Curva 4, lì dove le chance di un sorpasso non sono ridotte al lumicino. 

Il duello è maschio, rustico e inebriato da quel magico sapore dei ruggenti anni '70 delle corse. Esterno per Vettel che succhia tutta la scia del compagno di squadra portandosi progressivamente verso l'interno, manovra ordinaria di un pilota per invogliare l'altro ad alzare il piede. Piccoli secondi, pochi centimetri ed il contatto tra la posteriore sinistra di Vettel e l'anteriore destra di Leclerc diventa una macabra, sportivamente parlando, realtà che costa il ritiro ad entrambi i piloti. Team Radio da non trasmettere in chiesa la domenica mattina e la faccia di Binotto, un misto di rassegnazione e rabbia che raramente traspare dalle sue espressioni.

"Evaporati in una nuvola rossa", come direbbe De André, in pochissimi istanti e in pochi centimetri. Processare l'uno o l'altro sarebbe semplicistico e allo stesso tempo poco simpatico, il concorso di colpa potrebbe racchiudere tutto. Da una parte c'è il tedesco e il suo movimento veemente verso l'interno e dall'altra la fermezza del monegasco che non alza mai il piede piantando letteralmente la sua Rossa al centro della posta. Contatto di gara, nulla di più sensato ma è un contatto che di sensato ha poco vista con gli occhi del team Ferrari. Una bolla che, prima o poi, doveva scoppiare come un palloncino gonfio d'acqua nel più caldo dei giorni d'estate. 

"Meglio che sia accaduto ora e non quando lotteremo per il Mondiale", gridano in coro i tifosi Ferrari aspettando stagioni migliori visto che il decennio che sta per concludersi non ha portato nemmeno un titolo dalle parti di Maranello. Urge un'analisi dettagliata, urge una programmazione e una seduta inevitabile per discutere faccia a faccia e per rendersi conto che in Ferrari, al momento, non può coesistere lo schema Mercedes "Capitano - Gregario". Già, perché da una parte c'è un quattro volte campione del mondo che, al netto degli errori di questa stagione, ha condotto un'ultima parte di campionato positiva dopo il testacoda di Monza. I risultati non lo dimostrano fino in fondo, visti i tre ritiri e la sola gara vinta a Singapore ma il buon Seb ha preceduto il suo compagno in qualifica quasi sempre dal Gran Premio d'Italia in poi.

Dall'altra parte c'è il giovane e ruggente monegasco, autore di 7 pole position in questa stagione oltre ai due successi consecutivi a Monza e in Belgio. Il ragazzo ha un talento immenso e non siamo certo noi gli scopritori geniali delle sue doti, ha carattere e velocità oltre all'età che è nettamente dalla sue parte. Risultati a parte, sarà da valutare anche l'aspetto economico visto che Vettel percepisce 40 milioni a stagione mentre Leclerc 1/20 rispetto al compagno di squadra ma l'adeguamento dovrebbe arrivare a breve con annesso rinnovo. 

Il 2020 sarà una stagione fondamentale per capire gli assetti e le disposizioni all'interno del Team in attesa del 2021, anno spartiacque per la Formula 1 in cui entrerà in vigore il nuovo regolamento e molti piloti cambieranno casacca. Il contratto di Vettel, insieme a quello di un certo Lewis Hamilton, scadrà nella prossima stagione mentre quello di Leclerc, anch'esso in scadenza nel 2020, verrà certamente rinnovato. Nella prossima stagione, dunque, gli equilibri saranno fondamentali all'interno del mondo Ferrari visto che la Rossa ha dimostrato di poter battagliare ad armi pari con Mercedes e Red Bull nella seconda parte di questa stagione. 

In Australia, tra quattro mesi, non ci sarà più lo schema "Capitano - Spalla" ma due leader in grado di coesistere e battagliare non per se stessi ma per un team che ha fatto e continuerà a fare la storia del Motorsport. Due campioni che avranno l'arduo compito di riportare quel titolo che a Maranello manca da troppo tempo, due campioni che non dovranno nascondere la loro indole famelica ma unirla alla razionalità per detronizzare il 44 della Mercedes e il team tedesco che da anni sta monopolizzando la Formula 1.