Restano l'amarezza, l'illusione e quel sogno capovolto di riportare l'orologio indietro di 24 ore per festeggiare una doppietta. L'Inferno Rosso, nel giro di pochi istanti, è diventato un purgatorio grigio e confusionario nell'immenso parco di Monza, scenario del quattordicesimo appuntamento del Mondiale di Formula 1. Una tappa spartiacque che ha consegnato il successo a Lewis Hamilton (il sesto in questa stagione), i rimpianti della Ferrari e la rabbia di Sebastian Vettel. Uno scenario stupendo, quello dell'Autodromo brianzolo, ed una premessa altrettanto stupenda come la doppietta Rossa in qualifica con Raikkonen in pole.
I punti, però, arrivano soltanto la domenica e nel momento cruciale il felino col 44 sulla sua Mercedes ha azzannato le due prede portando a casa il trofeo di caccia. Una mossa camaleontica e decisa come l'attacco a Vettel in Curva 4 al primo giro: la gara, inevitabilmente, ha preso una piega ben precisa nel momento in cui Lewis Hamilton ha attaccato il suo diretto rivale all'esterno inducendolo all'errore. Risultato? L'ex McLaren in seconda posizione e Vettel in testacoda e costretto a ripartire dall'ultima posizione dopo aver cambiato l'ala anteriore. Dalle scrivanie e dalle cabine di commento non è alquanto facile immedesimarsi nella psiche del pilota anche se, in questo caso, la manovra del tedesco è apparsa azzardata in relazione all'importanza della posta in palio e alla durata della corsa visto che era solo il primo di 53 giri. Una mossa che ha costretto l'ex Toro Rosso ad una gara a inseguimento terminata con un quarto posto amarissimo, grazie alla penalizzazione di un combattivo Verstappen.
Dall'altra parte della Terra c'è il leader del Mondiale che adesso ha 30 punti di vantaggio su Vettel quando mancano 7 gare alla fine. Un weekend da confezionare ed impacchettare nelle "Gare da ricordare" per l'ex pilota della McLaren che, dopo una qualifica ad altissimo livello, è riuscito a far saltare il banco compiendo il sorpasso decisivo su Raikkonen a pochi giri dalla fine. L'inglese della Mercedes ha mostrato, nuovamente, una lucidità invidiabile approfittando, anche, dell'ennesimo gioco di squadra della Scuderia tedesca che ha tenuto Bottas in pista, con le gomme usate, per rallentare Raikkonen. Mossa discutibile ma fruttuosa visto che il finlandese della Ferrari, autore di una gara stupenda, ha letteralmente guidato sui cerchioni negli ultimi cinque giri.
Dopo la pole position del sabato, Raikkonen ha lottato con le unghie e con i denti ma alla fine si è dovuto arrendere in Curva 1. Gara da 9 per l'ex pilota della McLaren che, forse, potrebbe aver disputato la sua ultima gara a Monza da pilota Ferrari. L'unico neo della sua prestazione può essere ricercato nella staccata tirata a Vettel nei primi metri del Gran Premio ma, in questo sport, con i "se" e con i "ma" si raccattano gli spifferi di un vento gelido. Il quarto protagonista dell'amaro appuntamento di Monza è il box Ferrari, apparso confusionario ed indeciso nei momenti clou della gara che, in qualche modo, avrebbero potuto cambiare il corso degli eventi. Al netto degli ordini di Scuderia, impossibili da prendere alla prima curva, il Team di Maranello avrebbe potuto gestire meglio la tempistica della sosta di Raikkonen, mossa che ha permesso a Lewis Hamilton di sopravanzare il finlandese grazie alle gomme più morbide.
Tra due settimane si torna a correre con l'appuntamento di Singapore che sarà la prima di sette finali: 175 punti ancora da assegnare con Lewis Hamilton che ha 30 punti di vantaggio da Sebastian Vettel. Tutto è ancora in gioco ma, adesso, il tedesco e la Ferrari non posso più permettersi errori perché di un fronte c'è l'uomo a sangue freddo, il 44 del purgatorio grigio e luccicante che adesso guarda tutti dall'alto.