Jonathan Rea torna a fare quello che meglio gli riesce, e dopo qualche difficoltà nelle ultime gare (solo un successo nelle precedenti 4), trionfa in un bollente round californiano sulla splendida pista di Laguna Seca, dove sfrutta al massimo un errore di un comunque redivivo Chaz Davies.
Sin dalle FP1, Rea si porta in testa stampando giri veloci su giri veloci. Qualcosa però cambia al Sabato, con Chaz Davies e la Ducati che tornano sù, miglior tempo nelle FP4 e Superpole, con Jonathan Rea solo terzo.
Al via, Davies scatta bene, tenta l’allungo sul duo Kawasaki, ma mentre l’inglese incappa in alcuni problemi che condizionano la sua prestazione, Johnny si mette lì ad aspettare il momento opportuno per attaccare e così, forse per la tensione, forse perché oltre il limite della Panigale, ecco che al 6° giro arriva la svolta: Chaz Davies forza la staccata del Cavatappi, arriva lungo e lascia aperta una porta che per Rea è come un regalo di Natale. A quel punto, il gallese della Ducati prova a rimediare, ma la Ninja #1 è un fulmine che vola in solitaria verso il traguardo, che taglia con 3” di vantaggio.
Lotta non solo per le prime due posizioni. Alex Lowes e Eugene Laverty, con un’Aprilia finalmente al punto di svolta, a cui invece la Yamaha è arrivata da qualche Gp, regalano elettricità. Lowes sale sul podio e regala l’ennesima festa ai tecnici della casa dei tre diasapon dopo anni di duro lavoro, mentre Laverty si deve arrendere nel finale al rivale, ma in Gara2 potrà sfruttare la competitività della sua Aprilia partendo dalla pole position. Discorso che può valere anche per Marco Melandri, che scattato dalla quarta fila, dopo il 10° tempo delle qualifiche, risale la china fino a portarsi alle spalle dei primissimi, anche grazie a qualche errore altrui – come le cadute di Lorenzo Savadori e Loris Baz – e potrà sfruttare tutte le potenzialità di una Panigale rinata dopo le difficoltà delle ultime settimane.
Torna a brillare anche Xavi Forès, che rimette in mostra una buona Ducati del Team Barni, a cui regala la soddisfazione di essere, ancora una volta, il miglior team indipendente. Lo spagnolo, che mostra una confidenza ritrovata con la sua bicilindrica italiana, precede un Tom Sykes in netta difficoltà. Dopo uno start buono, deve fare i conti con problemi di natura tecnica, che lo espongono agli arrembaggi degli avversari che lo relegano al 7° posto. Non fa festa Michael Van der Mark, solo 8° dopo Donington Park e Brno, condizionato anche da una qualifica non ottima e da un setup non perfetto, che non gli permettono di battagliare con i primi della classe. Ottimo 9° posto per Jordi Torres con la MV Augusta, che precede un bravissimo Jacke Gagne, finalmente in Top10. A punti, ma ai margini della Top10, chiudono anche Yonny Hernandez, Roman Ramos e Karel Hanika, con Lorenzo Savadori e Loris Baz, che pagano le cadute al 2º e 3º giro e chiudono al penultimo e ultimo posto, dopo una gara davvero amara, condizionata dalla caduta iniziale.
Va male a Leon Camier, costretto a fermarsi con la Honda, a causa di un problema, ma va anche peggio a Toprak Razgatrlioglu, vittima di un brutto high-sides a 5 giri dalla fine. Il turco viene portato al centro medico, la sua Kawasaki è distrutta dal colpo. Cadono, ma per fortuna senza conseguenze, anche Leandro Mercado e Jacobsen con la Honda CBR, mentre è costretto al ritiro Josh Herrin, pilota di casa e wild card con la Yamaha R1.
Ora, l’appuntamento è con Gara2, che vedrà Eugene Laverty e l’Aprilia scattare dalla pole position, davanti ad un aggressivo Marco Melandri, che vorrà riassaporare il sapore del successo, mentre i due rivali Davies e Rea scatteranno dall’ottava e nona posizione, pronti a darsi battaglia. Intanto, la classifica dice che Rea allunga ulteriormente su Davies, portandosi a 295 punti, +70 rispetto al suo diretto rivale della Ducati, marcato da vicino da Michael Van der Mark, lontano solo 21 punti.