Ormai ci siamo, alle 15.10 scatterà il Gran Premio di Monaco, il più suggestivo, glamour, tortuoso, difficile di tutto il campionato del mondo di Formula 1. Un appuntamento che continua a dividere gli appassionati tra chi vorrebbe addirittura cancellarlo per l'eccessiva noia prodotta durante la gara dalle caratteristiche intrinseche del circuito, e chi invece riesce ad apprezzare proprio quelle caratteristiche e si esalta ancor di più rispetto ad un circuito "classico". Per chi interessasse, chi vi scrive propende per la seconda.
Intendiamoci, nel corso delle ultime decadi, nel Principato si è ridotta la sede stradale per l'imporsi delle nuove misure di sicurezza mentre si è aumentata la larghezza delle monoposto, così da rendere ancor più difficili o comunque estremamente rischiosi i sorpassi. Dunque, per un ragionamento squisitamente sportivo e di classifica, magari si pensa più ai punti che provare ad ingaggiare un duello che per il minimo soffio di vento contrario potrebbe rischiare di mandarti a muro.
Perché è questo Montecarlo. Un circuito che richiede una vettura con un bilanciamento meccanico perfetto, non sovrasterzante per dare fiducia al pilota ed entrare in curva in maniera corretta, non sottosterzante altrimenti in uscita di curva si deve correggere parecchio la traiettoria. Un buon motore (chi dice che il motore conta poco ci capisce poco o nulla) focalizzato sull'erogazione di potenza in uscita dalle curve lente, con la componente ibrida inserita ai bassi, che però deve essere gestita il meno possibile da correzioni e scivolamenti al posteriore visto che, su un circuito normale si avrebbe lo spazio per correggere ed andare sul cordolo, ma a Montecarlo quello spazio non c'è.
E dunque ieri in qualifica si è visto il talento di quel pazzoide di Ricciardo, capace di trovare il limite inarrivabile per nessuno, l'unico a scendere sotto l'1.11. A bordo di una Red Bull che sembra trovarsi in maniera egregia su circuiti di questo tipo, grazi anche allo spolvero di quella mente geniale che è Adrian Newey. Una Red Bull che avrebbe monopolizzato la prima fila senza problemi, Verstappen non avesse fatto quella boiata nelle FP3. Dunque spazio a Vettel in prima fila, davanti ad Hamilton.
Difficile pensare a che gara potremmo attenderci. La Ferrari di Vettel farà gara su Ricciardo o si "accontenterà" di farla su Hamilton? E in questa seconda ipotesi, si pensa già che la Red Bull non possa competere a questo livello su tutte le piste, ma solo su circuiti stretti e tortuosi come ad esempio Monaco, Ungheria e Singapore?
Lo sappiamo, inutile girarci intorno. Se non si riescono a guadagnare posizioni nei primissimi metri che dividono lo start dalla prima curva a Santa Devota a quel punto si entra in gestione gara, macchina e gomme. Si proverà ad allungare il più possibile il primo stint, mettendo anche alla prova il compound Hypersoft che esordisce proprio in questo appuntamento. A quel punto l'unica finestra possibile per provare a giocarsi qualcosa è il valzer dei pit stop. Che sia un undercut o un overcut, quelle saranno le uniche e vere possibilità per giocarsi la gara. Se infatti lo scorso anno in queste fasi proprio Ricciardo riuscì a guadagnare due posizioni su Bottas e Verstappen, per questa possibilità ci sono due incognite.
La prima riguarda l'utilizzo della mescola Ultrasoft, sulla quale si hanno pochi riferimenti e si sa poco su quanto serva per portarla nel giusto range di temperatura ed avere la corretta performance.
La seconda, non meno importante e che sarà una costante per tutta la gara come sempre a Monaco, sarà la Safety Car. A Montecarlo basta nulla, una perdita di concentrazione di qualcuno, una frenata un pelo lunga, una scodata, che si va a muro costringendo il regime rallentato. E a quel punto, tutti questi bei discorsi possono andare a farsi benedire.
Dunque, a meno che nel primo stint la Red Bull non scappi via con il passo gara mostrato nelle prove del giovedì, avremo una gara indecisa fino alla fine, come di consueto nel Principato.
That's Montecarlo!