E’ un mondiale diverso dagli altri, e su questo non c’è alcun dubbio. Mai come quest’anno i livelli prestazionali di vetture e piloti hanno raggiunto un equilibrio tale da farci vedere tre gare l’una completamente diversa dall’altra. Australia, Bahrain e Cina hanno regalato incertezza e spettacolo, con una Ferrari anche più competitiva dell’anno scorso e una Mercedes più in difficoltà di quanto si potesse immaginare alla vigilia, anche se il gap tra le tre principali scuderie – pur ridotto rispetto alle precedenti annate – non sembra essersi del tutto annullato: la Mercedes pare ancora leggermente in vantaggio nonostante il miglioramento della Ferrari, mentre la Red Bull sembra per il momento un gradino sotto.
La vittoria di Ricciardo in Cina è arrivata soprattutto grazie alla strategia e ad un pilota capace di esaltarsi quando le gare diventano difficili da interpretare, ma gli errori di Verstappen, il ritardo sul giro rispetto a Ferrari e Mercedes e i problemi di affidabilità del Bahrain rappresentano nodi difficili da sciogliere, soprattutto in vista dei circuiti “storici” dove le prestazioni conteranno in maniera più netta e ogni errore verrà pagato ancora più caro. Migliore appare la situazione della Ferrari, che con un Sebastian Vettel molto più solido – soprattutto mentalmente – e un Raikkonen ritrovato, ha cominciato bene la sua avventura mondiale. A Shanghai però sono venuti fuori degli interrogativi a cui Maranello dovrà rispondere al più presto: il miglioramento della vettura è stato evidente, soprattutto sul dritto grazie al nuovo fondo – come ha dimostrato il sorpasso su Hamilton a Sakhir – ma al primo errore di strategia del muretto sono riapparse tutte le difficoltà nel reggere il passo della Mercedes di Bottas, pilota onesto e ritrovato dopo il brutto inizio australiano, ma non certamente un fenomeno inarrivabile.
D’altro canto però, il finlandese sembra in questo momento quasi più affidabile di un Hamilton in crisi d’identità: le dichiarazioni del 4 volte campione del mondo – «siamo la seconda/terza forza del mondiale» – sembrano più un modo per mettere le mani avanti che una vera e propria spiegazione a ciò che sta succedendo, e fanno capire che forse nemmeno in Germania l’ambiente è così tranquillo. L’equilibrio di questo mondiale sta proprio nelle particolari situazioni che le top3 stanno affrontando, in una stagione che ricorda molto quella del 2012 dove furono 6 piloti diversi a vincere le prime 6 gare della stagione: anche lì però, ad un certo punto l’equilibrio si è spezzato ed è venuta fuori la superiorità della Red Bull, con Alonso che si è trovato a fare i salti mortali per tenere aperta la corsa al titolo. Succederà certamente anche quest’anno, perché difficilmente la Mercedes non troverà un modo per uscire da questo impasse, senza dimenticare un Daniel Ricciardo mai domo e capace di sfruttare ogni occasione per ritornare sotto: può essere l’anno buono, come poteva esserlo anche l’anno scorso, ma quando arriverà il momento di fare il salto di qualità se la rossa vorrà portare a casa il titolo dovrà farsi trovare pronta.