Due anni fa, il GP d'Argentina sancì la fine dell'amicizia tra Marc Marquez e Valentino Rossi, un'amicizia nata sin dai primi passi mossi dal catalano sulle piste, in cui il centauro della Honda aveva stregato tutti con la sua abilità di guida, che era riuscita a sorprendere anche il Dottore che lo aveva già nominato suo erede. Ma arrivò il 2015, l'Argentina, Assen e il finale, con le vicende di Malesia e Valencia e lì Rossi dichiarò guerra a Marc. 

Il rapporto tra i due sembrava essersi ripianato dopo Barcellona 2016 e tutto sembrava filar liscio, fino ai quattro giri dalla fine del Gp di domenica. Marquez, in rimonta furiosa, tocca il Dottore, che perde il controllo della sua M1 e va con le gomme sull'erba bagnata, un contatto al limite, ma su cui si potrebbe anche soprassedere, se non fosse che la condotta dello spagnolo era stata al limite per tutta la gara e così è scattata la guerra. Rossi scivola al 18° posto, Marquez viene penalizzato di 30" e a fine gara va in scena il teatrino: Marc va verso il box Yamaha per pulirsi la coscienza, Uccio e tutto il teamVR lo cacciano ed esplode la polemica. 

Nel dopogara, ovviamente, il primo a scagliarsi contro il rider della Honda è lo stesso Valentino Rossi, sconsolato dopo una buona prova di rimonta, in cui aveva portato la sua Yamaha alle spalle dei quattro funamboli in testa e in lotta con il compagno di team, Maverick Vinales. Il pesarese è un fiume in piena e attacca tutti, dal catalano alla Race Direction, colpevole di favorire il rider della HRC: "Siamo in questa situazione perché non gli fanno mai niente. Se guardiamo al passato, Lorenzo una volta ha buttato Pedrosa ed è stato a casa. Capirossi una volta ha buttato giù Lucchi al Mugello ed è stato a casa. Marquez aveva buttato giù Corsi a Valencia, quindi è già dalla Moto2 che lo fa. Lui ti viene addosso, perché così è il modo più facile, ma la MotoGP non è uno sport di contatto". 

Un comportamento inaccettabile, che potrebbe far ben più danni rispetto ad una semplice scivolata, anche perchè Marquez punta preciso i punti in cui può provocare cadute gravi: "Lui ti punta tra la gamba e la moto, come ha fatto anche con Espargaro, perché ti vuole buttare fuori dalla pista. Solo che siamo a 220 km/h e ci si può fare male".

Il Dottore ha continuato, poi, a sparare a zero sul catalano, sia per quanto riguarda il suo comportamento in pista, sia per quel che riguarda le cattive abitudini, che la Dorna non punisce, nonostante la recidività delle azioni: "Io ho paura e bisogna che facciano qualcosa per fare in modo che lui si comporti come tutti gli altri. Tutti noi nella nostra carriera siamo stati aggressivi ed abbiamo anche buttato giù qualcuno. Però sei volte in un weekend, di cosa stiamo parlando? Io ho paura di correre con lui e spero che la Race Direction faccia qualcosa perché lui si comporti come tutti gli altri, perché questi non sono gli autoscontri. Tutti gli altri non sono dei coglioni, anche noi abbiamo le palle di fare così, però se tutti cominciamo a fare così, tra cinque gare non corre più nessuno perché ci siamo fatti tutti male. Io ho parlato con Mike Webb, ma non so cosa succederà, ma io non mi sento protetto dalla Race Direction, perché Marquez fa quello che vuole. Guardate anche solo alla partenza: di solito quando ti si spegne la moto arriva qualcuno che ti porta fuori dalla griglia, ma a lui non hanno fatto niente. Ma lui nella sua rimonta ha visto bene di andare a sbattere contro tutti quelli che hanno trovato".

Infine, l'attacco è arrivato perchè Rossi ha capito che Marc è in completa malafede, poichè porta gli attacchi con il solo scopo di liberarsi dei rivali e per concludere è arrivato anche l'affondo per quel che riguarda le scuse che Marc ha provato a portare davanti alle telecamere, così da far vedere alle TV che era tutto ok: "Io non ci credo che sia solo incoscienza, per me è proprio malafede, perché se tu vai contro l'altro e lo butti fuori dalla linea, soprattutto oggi che c'era umido, o cade o perde almeno un paio di secondi, quindi non ti può più riattaccarlo. Questo non è il calcio, qui ci si fa male. Io ribadisco che ho paura. Lui deve solo stare lontano da me e non guardarmi più in faccia. Se mi viene a chiedere scusa con i PR ed i manager della Honda, davanti alle telecamere, non ha neanche le palle di venirmi a chiedere scusa qui nel mio ufficio. Io sono andato da Stoner a chiedergli scusa, ma era successo una volta. Ma se lui viene a chiederti scusa, è proprio una presa per il culo. Almeno abbia il rispetto di stare lontano".

Ma in casa Yamaha, la furia è letteralmente esplosa quando Marquez non ha subito nient'altro che 30" di penalità, nonostante un comportamento da squalifica. Lin Jarvis è scattato subito verso la Race Direction, insieme allo stesso Rossi, per sottolineare come il comportamento dell'iridato sia inaccettabile: "Come squadra non possiamo accettare questo tipo di azione da parte di Marquez. Quello che ha fatto per due volte in questa gara è inaccettabile: prima con Aleix Espargaro e poi con Valentino, che ha rischiato anche di farsi male ed ha perso tanti punti. "Semplicemente non è accettabile, siamo andati in Race Direction per chiarire la nostra posizione e Valentino è venuto con noi per spiegare direttamente la sua opinione".

La guerra, poi, è proseguita, con Jarvis che ha spiegato di non voler avere nulla a che fare con Honda e con Marquez: "Noi siamo andati in Race Direction a chiarire la nostra posizione, ma in questo momento non mi interessa parlare con la Honda o con Marquez. Lui ha provato a venire al nostro box, ma non era il momento per farlo".

Dall'altro lato, Albert Puig, direttore sportivo della Honda, ha spiegato come in casa HRC si sostenga in maniera indistinta lo spagnolo: "Con Rossi, si è infilato ed ha trovato una pozzanghera. Entrambi sono finiti larghi e si sono toccati. Sfortunatamente, Rossi è caduto. Quanto Marc è tornato al box, ci ha detto che per prima cosa voleva scusarsi e spiegarsi. Siamo andati al loro box, ma ci hanno fatto uscire. Comunque li posso anche capire". 

Infine, Puig ha spiegato che in Honda c'è la massima comprensione verso Marc, poichè il tutto è riconducibile ad un semplice incidente di gara: "Ogni pilota ha la propria interpretazione sugli episodi di gara, ma noi crediamo al nostro pilota. Valentino ha molta esperienza e penso che sappia che queste cose possono accadere nelle corse. Detto questo, siamo molto dispiaciuti per quello che è successo, ma è successo molte volte anche in passato".