"Gerarchie, leggi per noi, ma combatti se vuoi": cantava Enrico Ruggeri nel lontano 1983, e in Formula 1 negli ultimi tempi di gerarchie se n'è parlato tanto, forse anche troppo. Da una parte c'è Valtteri Bottas, quasi "condannato" al ruolo di seconda guida fin dal suo arrivo in Mercedes, dall'altra Kimi Raikkonen, ultimo ad aver portato il titolo a Maranello e reduce da delle stagioni troppo altalenanti da potersi garantire la priorità nelle gerarchie Ferrari. Eppure entrambi si trovano ad avere sulle spalle un ruolo importantissimo in un mondiale come quello di quest'anno, non solo per la conquista del mondiale costruttori ma anche per la corsa al successo dei propri compagni di squadra verso il titolo piloti.

Così come nello scorso anno i picchi di prestazione di Bottas hanno portato via punti preziosi a Vettel, la gara di Albert Park ha mostrato un Raikkonen ritrovato dal punto di vista dei risultati e della qualità di guida, capace di conquistare un podio che manda subito in testa la rossa nel mondiale costruttori e che allo stesso tempo tiene dietro le due Red Bull, possibili outsider di questo 2018. Un ice-man su questi livelli per tutto l'anno diventerebbe un valore aggiunto per Sebastian Vettel: sia perché potrebbe togliere punti ad Hamilton, sia perché permetterebbe al muretto Ferrari di giocare - come Domenica scorsa - con due strategie diverse e diminuire il gap tecnico nei confronti delle frecce d'argento. Fermo restando che fino a quando resterà vicino agli altri due in classifica il finlandese sarà comunque in lotta lui stesso per il mondiale.

Dall'altro lato Bottas deve subito svegliarsi: in Australia si è visto quanto può essere pericoloso lasciare Lewis Hamilton in balia del 2 contro 1 Ferrari, e l'errore commesso in qualifica - sommato ad una prestazione anonima in gara - non è ammissibile visto il razzo che si ritrova sotto il sedile: l'ex Williams avrà bisogno di una grande gara in Bahrein, non solo per placare le violente critiche piovutegli addosso dopo il primo GP stagionale, ma anche per ritornare sotto in classifica generale, perché uscire già ora dai giochi per il mondiale non gioverebbe né a lui né alla squadra. Per vincere questo mondiale, Hamilton avrà bisogno anche del compagno di squadra, altrimenti potrebbe diventare molto dura.